La comunità di Casoria, sobborgo di Napoli, è scossa da una vicenda che getta un’ombra pesante sulla fiducia nella professione di psicoterapeuta. Un professionista, operante nel comune, è stato recentemente arrestato con l’accusa di reati sessuali perpetrati ai danni di diverse pazienti, inclusa una che, al momento dei primi abusi, versava ancora in condizione di minore età.L’arresto è il culmine di un’indagine complessa, innescata da un paziente particolarmente attento, che ha sollevato dubbi significativi osservando comportamenti anomali e contenuti problematici sui social media del terapeuta. Questo paziente, con acume e sensibilità, ha svolto un ruolo cruciale, raccogliendo testimonianze e confidenze che hanno poi portato alla denuncia formale e alla conseguente apertura di un’inchiesta coordinata dalla Procura di Napoli Nord.Le accuse mosse nei confronti del professionista, formulate sulla base delle dichiarazioni delle vittime e supportate da elementi raccolti durante le indagini, delineano uno scenario inquietante. L’indagato, apparentemente sfruttando l’empatia e la vulnerabilità delle pazienti, avrebbe manipolato la relazione terapeutica per fini personali e illeciti.Si ipotizza che, approfittando delle loro condizioni emotive precarie e della fiducia riposta nella sua figura professionale, il terapeuta abbia orchestrato una serie di manipolazioni psicologiche. Avrebbe presentato una pseudo-terapia sessuale come strumento risolutivo per i loro disagi, inducendo le pazienti a credere che pratiche sessuali potessero alleviare i loro problemi psicologici. Questo schema ingannevole avrebbe rappresentato la porta d’accesso ad abusi di natura sessuale, perpetrati con una strategia volta a eludere le resistenze e sfruttare la loro dipendenza emotiva.L’aspetto più grave riguarda la presenza, tra le vittime, di una giovane donna che, al momento dei primi contatti, non aveva ancora compiuto la maggiore età. Questo elemento aggiunge una connotazione particolarmente allarmante al quadro complessivo, sollevando interrogativi sulla capacità di discernimento e sulla vulnerabilità dei minori in contesti di assistenza psicologica.L’arresto di questo professionista non solo rappresenta una vittoria per la giustizia e un sollievo per le vittime, ma anche un monito per l’intera comunità professionale. Mette in luce la necessità di una maggiore vigilanza, di protocolli più stringenti e di una cultura della trasparenza all’interno della psicoterapia, al fine di proteggere i pazienti e preservare l’integrità della professione. L’episodio pone, inoltre, una questione etica fondamentale: la responsabilità del terapeuta non si esaurisce nella cura, ma si estende alla salvaguardia del paziente da ogni forma di abuso di potere e manipolazione psicologica. La vicenda richiede una riflessione approfondita sul ruolo della psicoterapia nella società e sull’importanza di tutelare i soggetti più vulnerabili.