La fragile tregua stipita al Teatro Carlo Felice di Genova, concessa in segno di cortesia al nuovo Sovrintendente Michele Galli, si è rivelata effimera. La precedente sospensione dello sciopero, disposta dalle sigle sindacali Cgil e Snater in occasione della prima di *Carmen*, aveva rappresentato un gesto di circostanza, un tentativo di dare al nuovo management un periodo di assestamento. Tuttavia, la persistente irrisolta delle rivendicazioni del personale ha portato la Cgil a riconvocare lo sciopero per l’ultima prima del cartellone lirico, *Il flauto magico*. Lo Snater, in parallelo, ha optato per un’assemblea dei dipendenti al fine di definire una risposta unitaria.Al cuore della disputa risiede una profonda insoddisfazione legata a carenze strutturali e condizioni economiche percepiti come inaccettabili. La situazione salariale delle maestranze del Carlo Felice, secondo le stime sindacali, si colloca tra le più penalizzanti a livello nazionale, una realtà che contrasta con l’importanza e la tradizione del teatro. Il tentativo di dialogo con il Sovrintendente non ha prodotto i risultati auspicati, evidenziando un divario tra le esigenze del personale e le priorità gestionali.L’istanza specifica, pur nella sua apparente modestia, simboleggia una più ampia questione di riconoscimento e valorizzazione del lavoro. La mancata concessione dei ticket restaurant per il personale impegnato nei Balletti di Nervi, una somma quantificabile in pochi migliaia di euro, viene percepita come un segnale di disinteresse verso le difficoltà e i sacrifici affrontati dai lavoratori. Questa richiesta, apparentemente marginale, incarna una più ampia lamentela relativa alla mancanza di attenzione verso le esigenze quotidiane di chi anima il teatro.L’imminente data dello sciopero lascia aperta la possibilità di un’ulteriore mediazione, con la speranza che il Sovrintendente, ora affiancato dal Direttore Artistico Federico Pupo, possa ravvedere le proprie posizioni e riaprire un tavolo di confronto. La decisione finale, tuttavia, rimane incerta: si dovrà valutare la possibilità di rimandare la prima, un’opzione che implicherebbe un danno di immagine non trascurabile, o di procedere con la rappresentazione, gestendo in loco l’impatto dello sciopero e le relative conseguenze operative. La situazione si configura come un nodo cruciale per il futuro del teatro, un banco di prova per la capacità di dialogo e di ascolto tra management e personale.