L’evoluzione del panorama sportivo si configura sempre più come un motore di sviluppo territoriale, ma la sua piena realizzazione richiede un approccio sinergico e sistemico. L’innovazione, infatti, non può germogliare esclusivamente dall’iniziativa di singole aziende; necessita di un ecosistema vibrante, permeato da una cultura dell’innovazione radicata nel tessuto sociale ed economico del territorio. L’epoca attuale è caratterizzata da un ritmo di cambiamento accelerato e da un’intensità di investimenti che rendono obsoleti i modelli tradizionali; solo la collaborazione tra diversi attori – imprese, istituzioni, centri di ricerca, startup – può affrontare efficacemente queste sfide e sfruttare appieno il potenziale trasformativo dello sport.Questo è stato il messaggio centrale emerso durante “Ride the Future: la nuova frontiera dell’innovazione nel mondo bike”, un evento promosso da Confindustria Belluno Dolomiti, con il supporto strategico di Elis Innovation Hub, Wylab e Industrio Ventures, inserito nell’ambito dello Sport Business Forum. L’iniziativa ha visto la partecipazione di figure chiave del settore, imprenditori visionari e rappresentanti istituzionali, con l’obiettivo di approfondire temi cruciali per il futuro dello sport.L’analisi ha focalizzato l’attenzione su nuovi modelli di business emergenti, alimentati da startup innovative e piattaforme digitali, nonché sull’impiego di materiali avanzati, come il carbonio riciclato, per ridurre l’impatto ambientale. Particolare enfasi è stata posta sull’applicazione di tecnologie digitali e sull’analisi dei dati, con un crescente ruolo dell’Intelligenza Artificiale per ottimizzare la performance degli atleti, migliorare l’esperienza dei tifosi e gestire in modo efficiente le risorse.Alessio Cremonese, vicepresidente di Confindustria Belluno Dolomiti, ha quantificato il peso economico del settore ciclistico italiano, stimandolo in oltre 4,5 miliardi di euro di fatturato, con un centinaio di marchi e diecimila addetti. Se si considerano gli effetti indiretti, legati al turismo e all’enogastronomia, il valore complessivo supera i 20-25 miliardi di euro, evidenziando il potenziale ancora inesplorato. Tuttavia, Cremonese ha sottolineato la necessità di investimenti mirati nelle infrastrutture sportive e, soprattutto, di una profonda trasformazione culturale, che inizi nelle scuole, per instillare fin dalla giovane età la passione per lo sport e l’importanza di uno stile di vita attivo e salutare.Federico Smanio, amministratore delegato di Wylab, il primo incubatore di startup Sport Tech in Italia, ha messo in luce il ruolo propulsivo delle nuove imprese tecnologiche, citando l’esistenza di oltre 6.000 startup a livello globale che stanno ridefinendo il futuro dello sport, dalla misurazione della performance atletica all’ottimizzazione delle infrastrutture, fino alla creazione di nuove forme di coinvolgimento dei fan e all’utilizzo avanzato dell’analisi dei dati. Smanio ha inoltre evidenziato una carenza strutturale nell’ecosistema italiano, fatta di difficoltà nell’accesso al capitale di rischio e di una cultura ancora troppo poco aperta all’innovazione, sottolineando che le startup rappresentano il vero motore dell’innovazione sportiva e che è fondamentale creare un ambiente più favorevole alla loro crescita e al loro successo.L’innovazione non si limita al professionismo; le sue applicazioni si estendono anche al mondo degli amatori e dei ciclisti occasionali, come sottolineato da Stefano Gobbi, di Sport e Salute – società del Ministero dello Sport. L’impiego di tecnologie avanzate può contribuire a correggere la postura, prevenendo infortuni e promuovendo un approccio medico-preventivo, e a diffondere la pratica sportiva in modo più ampio. A testimonianza di questo impegno, Gobbi ha ricordato un recente bando che ha finanziato 201 comuni, molti dei quali con meno di 5.000 abitanti, per lo sviluppo di soluzioni di mobilità sostenibile, dimostrando una volontà concreta di promuovere uno sport accessibile a tutti e integrato nel tessuto urbano.
Sport e Innovazione: il futuro è ciclabile.
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