Un episodio di grave tensione ha scosso il carcere di Avellino, riportando alla luce le criticità strutturali e organizzative che affliggono il sistema penitenziario. Raffaele Troise, segretario della Uilpa-Penitenziaria, ha segnalato un’aggressione avvenuta all’interno del reparto transito, coinvolgendo un detenuto accusato di reati comuni e un gruppo di altri reclusi. L’intervento tempestivo del personale di polizia penitenziaria ha permesso di sedare la rissa, ma non senza conseguenze: sette agenti hanno riportato lesioni che hanno richiesto cure mediche al Pronto Soccorso dell’ospedale Moscati, con una prognosi di sette giorni.Questo recente evento si colloca in un contesto di crescente preoccupazione, ricordando un precedente e drammatico episodio verificatosi il 22 ottobre 2024. In quella data, Paolo Piccolo, un giovane detenuto originario di Napoli, è stato vittima di un’efferata spedizione punitiva che lo ha lasciato in condizioni critiche. Dopo un lungo e travagliato percorso di rianimazione, protrattosi per sette mesi presso il reparto di terapia intensiva del Moscati, Piccolo è stato trasferito in un centro di riabilitazione situato nella provincia di Avellino, sottolineando la complessità del suo percorso di recupero fisico e psichico.La ricorrenza di tali eventi solleva interrogativi profondi sulla gestione della sicurezza all’interno delle strutture carcerarie e sull’efficacia delle misure adottate per prevenire episodi di violenza. La sovraffollamento, la carenza di personale qualificato, l’inadeguatezza dei programmi di reinserimento sociale e la difficoltà di gestire dinamiche di potere complesse tra i detenuti contribuiscono a creare un ambiente potenzialmente esplosivo. L’aggressione, infatti, non è un fenomeno isolato, ma il sintomo di una più ampia crisi del sistema penitenziario, che necessita di un ripensamento radicale.È imperativo che le istituzioni, a livello nazionale e locale, investano in risorse umane, in infrastrutture adeguate e in programmi di intervento mirati alla riabilitazione e al reinserimento sociale dei detenuti. Parallelamente, è fondamentale rafforzare la collaborazione tra le forze dell’ordine, il personale penitenziario, i servizi sociali e le associazioni del terzo settore, al fine di creare una rete di supporto che possa affrontare in modo efficace le sfide poste dalla gestione del contesto carcerario. La sicurezza dei detenuti, del personale penitenziario e della collettività esige un impegno concreto e condiviso, volto a garantire un sistema penitenziario che sia non solo sicuro, ma anche capace di promuovere la dignità umana e la speranza di un futuro migliore.
Tensione nel carcere di Avellino: agenti feriti e drammatiche ripercussioni.
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