Nel corso di un interrogatorio di garanzia, condotto in regime di custodia cautelare presso il carcere di Prato, Vasile Frumuzache, 32enne guardia giurata rumeno, ha offerto ulteriori dettagli sulle circostanze tragiche che hanno portato alla perdita delle vite di Denisa Maria Adas e Ana Maria Andrei. L’avvocato Diego Capano, difensore dell’uomo, ha comunicato che, interrogato dagli inquirenti della Procura di Prato, il suo assistito ha ribadito la confessione già resa in precedenza, delineando, seppur in termini ancora da chiarire in sede di indagine, i moventi e le modalità con cui ha perpetrato i due omicidi.L’interrogatorio, svolto in un’atmosfera tesa e nella cornice di una delicata operazione di ricostruzione della dinamica dei fatti, si è concentrato specificatamente sugli elementi già emersi dagli accertamenti preliminari. Non sono state formulate contestazioni relative a reati diversi da quelli per i quali Frumuzache è attualmente detenuto. A tali contestazioni, l’indagato ha risposto negando il coinvolgimento in altre vicende criminali di simili gravità, una dichiarazione che gli inquirenti verificheranno con la massima attenzione, esaminando meticolosamente le sue connessioni e ricostruendo il suo passato.Il caso, che ha scosso profondamente la comunità locale e suscitato l’interesse dell’opinione pubblica, solleva complesse questioni relative alla sicurezza sul lavoro, alla gestione dei servizi di vigilanza privata e, non da ultimo, ai meccanismi che possono innescare atti di violenza estrema. L’indagine, tuttora in corso, dovrà approfondire il quadro psicologico dell’indagato, ricostruendo la sua storia personale, le sue relazioni interpersonali e le eventuali problematiche che potrebbero aver contribuito a determinare la commissione del crimine. Inoltre, l’attenzione degli inquirenti si focalizzerà sulla verifica della veridicità delle dichiarazioni rese da Frumuzache, attraverso l’analisi di prove materiali, testimonianze e la comparazione dei resoconti con i dati acquisiti durante le indagini. L’obiettivo primario è quello di accertare con certezza l’intera vicenda, definendo le responsabilità e garantendo che la giustizia sia pienamente attuata, al fine di fornire un risarcimento, seppur parziale, alle famiglie delle vittime e all’intera collettività. La vicenda, purtroppo, pone l’urgenza di un dibattito pubblico più ampio sulle cause profonde della violenza e sulla necessità di rafforzare le misure di prevenzione e di tutela della sicurezza e della dignità umana.
Frumuzache, nuovo interrogatorio: ribadita la confessione.
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