Il vento salmastro di Capri accarezzava le pagine ingiallite, testimoni silenziose di un’indagine che si intrecciava con le sue radici nell’anima di un’isola. Raffaele Marino, giudice e procuratore con un passato segnato da complesse inchieste sulla criminalità organizzata, aveva lasciato quel mondo per rifugiarsi nell’osservazione, nell’analisi, nel raccontare. Non era una fuga, ma una metamorfosi: il rigore giuridico trasformato in acuta capacità di scrutare l’animo umano, le sue ombre, le sue crepe.La sua scuola di investigazione, un piccolo scrigno di sapere, era diventata un faro per aspiranti analisti, giovani desiderosi di decifrare il linguaggio nascosto dei gesti, delle parole, degli silenzi. Marino, con la sua esperienza di prima linea, insegnava loro a non fermarsi all’apparenza, a cercare la verità al di là delle maschere, a comprendere le motivazioni, i desideri, le paure che spingono un uomo a compiere scelte irrimediabili.Il rapporto con Gialli.it, un punto di riferimento per gli appassionati del genere, era un’ulteriore conferma del suo impegno verso la diffusione di una cultura investigativa seria e competente. Non solo intrattenimento, ma strumento di comprensione della complessità del reale.Capri, con la sua bellezza struggente, si rivelava lo scenario perfetto per questa nuova fase della sua vita. Le sue coste frastagliate, i suoi profumi intensi, i suoi panorami mozzafiato, stimolavano la riflessione, l’introspezione, la ricerca di un senso. La storia che stava scrivendo, un’indagine inedita che affondava le radici negli anni bui di Tangentopoli, era un atto d’accusa contro la corruzione, la violenza, l’omertà. Un racconto che intrecciava destini, svelava segreti, metteva a nudo le debolezze di un sistema malato. Le figure dei personaggi, tratte dalla realtà e dalla finzione, si delineavano con tratti nitidi e contrastanti. C’era la vittima, una donna fragile e coraggiosa, capace di sacrificare tutto per la verità. C’era l’assassino, un uomo tormentato e ambiguo, spinto da passioni oscure e da un senso di ingiustizia. E poi c’erano i testimoni, i complici, gli accusati, ognuno con la propria versione dei fatti, ognuno con il proprio segreto da custodire.Marino sapeva che la sua indagine non sarebbe stata facile. Sapeva che avrebbe dovuto affrontare ostacoli, minacce, inganni. Ma era determinato a portare a termine il suo compito, a fare luce su una vicenda che aveva segnato profondamente la storia dell’isola e del paese intero. Perchè la verità, anche quando scomoda e dolorosa, era l’unica arma per costruire un futuro migliore. E Raffaele Marino, l’ex giudice, il procuratore trasformato in narratore, era pronto a brandirla con coraggio e passione.
Capri e Tangentopoli: l’ex giudice indaga tra ombre e segreti.
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