Il corteo del Torino Pride ha incrociato le vie della città, un fiume umano vibrante di colori, slogan e speranze, sotto il vessillo guida di “Senza esclusione di corpi”. Più che una semplice parata, l’evento si è configurato come una manifestazione complessa, un crogiolo di identità e rivendicazioni che si intrecciano attorno al nucleo centrale del riconoscimento e della dignità. La presenza imponente della bandiera palestinese, sventolata con forza dagli attivisti di Piazza Palestina, ha amplificato il messaggio di solidarietà, elevando il Pride a piattaforma di supporto per le lotte globali per i diritti umani e l’autodeterminazione.Il corteo, un mosaico di ventidue carri allegorici e un numero impressionante di realtà sociali, istituzionali e individuali, ha rappresentato un’espressione tangibile della resilienza di una comunità che, nonostante le sfide, continua a rivendicare il proprio spazio e la propria esistenza. Luca Minici, coordinatore del Torino Pride, ha sottolineato la delicatezza del momento storico, evidenziando come il Pride torinese si configuri come un’oasi di supporto e accoglienza in un contesto globale segnato da crescenti tensioni e attacchi ai diritti fondamentali.Il messaggio di resistenza, intrinseco ad ogni edizione del Pride, si è rinnovato con particolare forza, ancorandosi al tema dei corpi come metafora della fragilità e della forza, dell’inclusione e dell’anticonformismo. Il corpo, spazio di identità e di vulnerabilità, diventa il fulcro di una lotta più ampia per il diritto all’esistenza, al riconoscimento e alla libertà. L’adesione dell’amministrazione comunale, rappresentata dall’assessore Jacopo Rosatelli, ha confermato l’importanza della città come luogo di accoglienza e sostegno per la comunità LGBTQIA+. Lo slogan “senza esclusione di corpi” non è solo un motto, ma un impegno concreto a contrastare ogni forma di discriminazione e a garantire pari opportunità per tutti.L’esperienza personale dell’assessora comunale Chiara Foglietta, la prima madre arcobaleno a ottenere il riconoscimento legale del figlio come figlio di due madri, ha aggiunto un tassello significativo alla narrazione del Pride. La recente sentenza della Corte, frutto di anni di battaglie legali, rappresenta una vittoria importante per i diritti delle famiglie omogenitoriali e sottolinea l’urgenza di proseguire la lotta per il matrimonio egualitario e per la piena dignità delle persone trans. Il Pride di Torino, in questa cornice, si configura come un laboratorio di cambiamento sociale, un luogo dove la speranza e la resilienza si fondono per costruire un futuro più giusto e inclusivo.
Torino Pride: Colori, Rivendicazioni e Solidarietà in Marcia
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