La perseveranza nel ruolo, l’adesione ferma a un percorso intrapreso, soprattutto quando le acque si agitano: questo il messaggio che emerge dalle parole di Gabriele Gravina, presidente della Figc, a margine del festival della Serie A. La sua affermazione, un netto rifiuto a qualsiasi ipotesi di dimissioni, riflette una convinzione condivisa da una stragrande maggioranza degli operatori del calcio italiano, da coloro che hanno espresso fiducia nella sua guida in tempi recenti.Tuttavia, dietro questa apparente graniticità si cela una lettura più complessa, una risposta a critiche che Gravina interpreta come espressione di una resistenza al cambiamento, un tentativo di immobilismo deliberato e finalizzato a indebolire la sua azione. Non si tratta, a suo dire, di semplici disaccordi o critiche costruttive, ma di attacchi studiati, mirati a minare la stabilità del progetto in corso.La sua permanenza, dunque, non è solo una questione personale, ma un atto di responsabilità verso coloro che lo hanno sostenuto e un segnale forte verso chi, intenzionalmente o meno, cerca di ostacolare il progresso del calcio italiano. La sfida che Gravina affronta non è solo quella di affrontare le critiche immediate, ma anche di contrastare una dinamica più profonda, una tendenza all’immobilismo che rischia di compromettere il futuro del movimento calcistico.L’affermazione di Gravina si inserisce in un contesto di rinnovamento profondo del calcio, segnato da nuove esigenze, nuove sfide e nuove opportunità. Il presidente della Figc si sente investito di una missione: quella di guidare il calcio italiano verso un futuro più solido, più equo e più competitivo. Questo implica scelte coraggiose, decisioni impopolari e, inevitabilmente, l’opposizione di chi preferisce il comfort della routine alla promessa di un cambiamento positivo.La sua risposta, perciò, non è solo una difesa personale, ma un appello alla coerenza, alla lealtà e alla visione di un futuro migliore per il calcio italiano. Un futuro che richiede impegno, dedizione e, soprattutto, la capacità di superare le divisioni e le resistenze, guardando avanti con determinazione e fiducia. L’immobilismo, in questo contesto, non è un’opzione; il movimento deve evolversi, adattarsi e innovare per rimanere al passo con i tempi, e la leadership di Gravina si propone di essere la forza motrice di questo processo.
Gravina blindato: Resisto agli attacchi per il calcio italiano
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