A Taranto, la città che ancora sussurra storie di acciaio e speranze interrotte, si è aperto il ballottaggio che contrappone Piero Bitetti, sostenuto da un’ampia coalizione di centrosinistra, e Francesco Tacente, candidato unitario attorno a liste civiche di ispirazione centrodestra. La giornata elettorale, segnata da una partecipazione civica significativamente ridotta rispetto al primo turno, ha visto alle ore 12:00 registrare un’affluenza pari all’11,42%, un dato che evidenzia una diminuzione di oltre due punti percentuali rispetto al 13,83% riscontrato nella precedente tornata elettorale.Questa riduzione dell’affluenza, lungi dall’essere un mero dato statistico, rappresenta un sintomo complesso, un riflesso delle profonde divisioni che attraversano il tessuto sociale e politico tarantino. Potrebbe interpretarsi come una frustrazione accumulata, una disillusione nei confronti della politica o, più semplicemente, come una rassegnazione nei confronti di scelte che appaiono lontane dalle reali esigenze della comunità. La città, gravata da decenni di problematiche ambientali legate all’eredità dell’industria siderurgica e dalle conseguenti ripercussioni sulla salute e sull’economia locale, sembra aver perso fiducia nella capacità del voto di innescare un cambiamento sostanziale.Il processo elettorale, che coinvolge 191 sezioni in tutta la città, si svolge in un clima di attesa e incertezza. L’esito di questo ballottaggio avrà implicazioni significative per il futuro di Taranto, determinando quale visione politica guiderà la città nei prossimi anni. Le due candidature, Bitetti e Tacente, incarnano approcci differenti alla gestione del territorio, con Bitetti che punta su una continuità con l’amministrazione uscente, promettendo di consolidare i progressi compiuti in termini di welfare e sviluppo sostenibile, e Tacente che si presenta come portatore di un cambiamento radicale, focalizzandosi sulla ripresa economica, la valorizzazione delle risorse locali e la semplificazione della burocrazia.La sfida per entrambi i candidati è quella di riconquistare la fiducia degli elettori, di dimostrare di poter offrire risposte concrete alle loro preoccupazioni, di essere in grado di affrontare le sfide che attendono Taranto, dalla bonifica ambientale alla creazione di nuove opportunità di lavoro, dalla riqualificazione urbana alla promozione del turismo. L’astensione, più che un semplice dato demografico, si configura come un monito, un invito rivolto ai candidati e alla classe politica in generale a rinnovare il proprio impegno, a riavvicinarsi ai cittadini, ad ascoltare le loro voci e a tradurre le loro esigenze in azioni concrete. Il destino di Taranto, in questo momento cruciale, è nelle mani dei suoi elettori, chiamati a scegliere il percorso che ritengono più adatto a garantire un futuro di prosperità, giustizia e sostenibilità.
Ballottaggio a Taranto: astensione record e futuro incerto.
Pubblicato il
