Una coltre opaca e innaturale avvolge la Valle d’Aosta fin dalla scorsa domenica, non una nebbia locale, bensì un fenomeno atmosferico di origine transoceanica, un chiaro sintomo del mutato clima globale. L’Arpa Valle d’Aosta, attraverso le analisi del suo team tecnico guidato da Henri Diemoz, ha identificato la causa: gli estesi e devastanti incendi boschivi che flagellano il Canada.Questo evento, precedentemente osservato in altre aree dell’Europa occidentale, si manifesta con una persistente foschia che altera radicalmente l’aspetto del paesaggio alpino. L’aria, a distanza di migliaia di chilometri, veicola particolato fine, in particolare le PM1, microscopicamente piccole e particolarmente preoccupanti per la salute umana. Queste particelle, derivanti dalla combustione incontrollata di biomassa, hanno compiuto un viaggio epico attraverso l’Atlantico, sfruttando le correnti atmosferiche a larga scala.I dati di monitoraggio registrano concentrazioni elevate di queste sostanze inquinanti, sebbene, per il momento, rimangano al di sotto delle soglie di legge. Tuttavia, la situazione è dinamica e l’evoluzione futura è incerta. I modelli meteorologici suggeriscono che i venti persistenti continueranno a favorire il trasporto di questo particolato proveniente dal Nord America, potenziando la foschia e mantenendo alta la concentrazione di sostanze nocive nell’atmosfera alpina.L’impatto del fenomeno si avverte uniformemente su tutto il territorio regionale, con una maggiore densità di particolato che si concentra nelle aree pianeggianti e nei fondovalle, dove la stabilità dell’aria tende a intrappolare l’inquinamento.La presenza di questo particolato fine rappresenta un serio campanello d’allarme. Essendo particelle di dimensioni inferiori a un micron, riescono a penetrare in profondità nel sistema respiratorio, causando o aggravando problemi come asma, bronchite e malattie cardiovascolari. Anche a breve termine, l’esposizione può provocare irritazione agli occhi, al naso e alla gola.Sebbene l’Arpa non si possa esprimere in termini di consulenza medica, si raccomanda con prudenza alle persone più vulnerabili – anziani, bambini, soggetti con preesistenti patologie respiratorie o cardiovascolari, donne in gravidanza – di limitare l’esposizione all’aria aperta, soprattutto nelle ore di punta e nelle zone più colpite dalla foschia. Questo episodio mette in luce l’interconnessione globale del sistema climatico e la capacità delle emissioni inquinanti di percorrere distanze immense, sottolineando l’urgenza di azioni concrete per la riduzione degli incendi boschivi e per la mitigazione dei cambiamenti climatici.
Foschia dal Canada: l’aria alpina soffoca sotto un velo inquinante
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