L’ipotesi di riorganizzazione dell’Agenzia delle Dogane, che contemplerebbe il declassamento e l’accorpamento dell’Ufficio delle Dogane di Viterbo con quello di Civitavecchia, solleva profonde preoccupazioni e merita una riflessione critica.
Una reazione congiunta, che vede allinearsi l’amministrazione comunale di Viterbo, rappresentata dalla sindaca Chiara Frontini, e la segreteria regionale del sindacato Uilpa Lazio, guidata da Virgilio Tisba, si oppone fermamente a questa prospettiva, evidenziandone le potenziali implicazioni negative per il territorio e le imprese.
L’accelerazione verso una riorganizzazione che, in soli tre anni dall’apertura dell’Ufficio dirigenziale del 2021, ne contempli il declassamento, appare illogica e priva di una solida giustificazione strategica.
Tale decisione ignora la sinergia intrinseca alla coesistenza, nello stesso complesso edilizio, dell’Ufficio delle Dogane e dell’Ufficio dei Monopoli, entrambi cruciali per la gestione del territorio viterbese.
Il piano prevede la concentrazione delle competenze di tre province – Rieti, Viterbo e Roma – e del porto di Civitavecchia in un’unica struttura, creando un’entità di dimensioni eccessive, caratterizzata da una complessità gestionale significativa.
Questa ampiezza territoriale, associata alla rilevanza intrinseca del porto di Civitavecchia come infrastruttura portuale strategica, aumenta il rischio di difficoltà operative e di una diminuzione dell’efficienza del servizio.
La perdita di un ufficio doganale di riferimento nel capoluogo di provincia comporterebbe un grave svantaggio per le imprese locali, specialmente in un contesto globale segnato da crescenti tensioni commerciali e dalla necessità di un’assistenza specialistica e tempestiva nelle operazioni di commercio internazionale.
L’accesso diretto a competenze e risorse, garantito dalla presenza di un ufficio a Viterbo, si trasformerebbe in una problematica gestione a distanza, con possibili ritardi e inefficienze.
Un elemento cruciale, apparentemente trascurato nella pianificazione, è l’imminente apertura dell’Interporto di Orte.
Questa innovativa struttura, dotata di un’area dedicata alla Dogana di circa 200 mq, è destinata a trasformare l’area in un hub logistico all’avanguardia, potenzialmente capace di generare crescita economica e sviluppo occupazionale.
L’accorpamento con Civitavecchia comprometterebbe la capacità di questo nuovo polo di sfruttare appieno il suo potenziale strategico.
La distanza geografica tra Viterbo e Civitavecchia, unita alla complessità del territorio da gestire, rischia di compromettere la qualità del servizio, creando disservizi e aumentando i tempi di risposta alle richieste degli utenti.
L’interesse nazionale, come sottolineato, non può essere perseguito a scapito della valorizzazione e del potenziamento dei territori, ma attraverso un approccio che ne riconosca il ruolo fondamentale nello sviluppo economico e sociale del Paese.
La decisione di accorpamento, pertanto, appare miope e in contrasto con le reali esigenze del territorio viterbese.