lunedì 28 Luglio 2025
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Cuneo, motore d’Italia: dati e segnali di rallentamento.

Cuneo si conferma un’eccellenza nel panorama economico italiano, incarnando un modello di resilienza e dinamismo lavorativo che la proietta come una sorta di “Baviera” nazionale.

I dati del Rapporto Cuneo 2025, presentati presso la Camera di Commercio, dipingono un quadro di robusta occupazione, con un tasso di disoccupazione che si attesta al 2,8% nel 2024 e un tasso di occupazione che raggiunge il 70,5%, incrementando di 0,5 punti percentuali rispetto al 2023 e di 1,1% rispetto al periodo pre-pandemico del 2019.
Questa solida performance è ulteriormente rafforzata da una crescita del Prodotto Interno Lordo (PIL) dell’1,7%, portando il valore economico provinciale a 23,4 miliardi di euro, trainato in particolare dalle esportazioni che hanno superato l’importante soglia degli 11 miliardi.

Tuttavia, come evidenzia il presidente dell’ente camerale Luca Crosetto, il primo trimestre del 2025 manifesta segnali di un potenziale rallentamento.

Un’analisi più approfondita dei dati relativi al primo semestre sarà cruciale per determinare se questa flessione sia un fenomeno congiunturale o l’inizio di una tendenza più strutturale.
La prudenza nell’interpretazione è d’obbligo, data la complessità del contesto economico globale.
Il contributo di Cuneo al tessuto economico regionale e nazionale è significativo.

Il PIL provinciale rappresenta il 14,7% della produzione regionale e l’1,1% del PIL nazionale, testimoniando la sua rilevanza strategica.

All’interno del tessuto produttivo, l’industria alimentare e delle bevande emerge come motore di crescita, con un incremento del 3,6%, riflettendo la capacità di un settore tradizionale di innovare e conquistare nuovi mercati.

Nonostante la vitalità del sistema economico, si osserva una tendenza alla riduzione del numero complessivo di imprese, con una prevalenza di società di capitale (16%), un dato che suggerisce una maggiore professionalizzazione e strutturazione delle attività.
La partecipazione femminile all’imprenditoria, seppur in crescita, si attesta al 22,15%, leggermente inferiore alla media piemontese, indicando la necessità di politiche mirate a favorire una maggiore inclusione.

La componente straniera, all’8,2%, riflette dinamiche demografiche e di mercato specifiche, in contrasto con la media regionale più elevata.

Un elemento particolarmente positivo è la presenza di imprese giovanili, che rappresentano il 9,1% del totale, superando la media nazionale dell’8,2% e segnalando una capacità di rinnovamento e di investimento nel futuro.

Sul fronte dell’export, Cuneo genera il 18,5% del totale regionale e l’1,8% del totale nazionale, registrando un incremento del 5,2%, che contrasta con la flessione del 4,9% registrata a livello piemontese.

L’industria alimentare domina il panorama delle esportazioni, contribuendo per il 36,3% e incrementando del 7,6%, evidenziando la forza di un’eccellenza agroalimentare riconosciuta a livello internazionale.
La destinazione principale delle esportazioni cuneesi, pari al 62%, sono i paesi dell’Unione Europea post Brexit, con una Francia in leggera flessione (-3,4%) e una Germania in crescita (+2,3%).

Gli Stati Uniti rimangono il primo mercato extra UE, con una quota del 6,2% e un aumento del 3,5%, mentre la Cina si posiziona al 3,8%, segnando una trasformazione negli equilibri commerciali globali.
La capacità di adattamento e diversificazione delle esportazioni cuneesi si conferma quindi un fattore chiave per la sua resilienza economica.

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