La crescente pressione turistica, il fenomeno dell’overtourism che investe il territorio comasco, ha portato a una proliferazione incontrollata di dispositivi innovativi, i cosiddetti “keybox”, destinati a semplificare l’accesso agli alloggi turistici.
Questi sistemi, cassette metalliche a combinazione numerica che custodiscono le chiavi, sono stati ampiamente utilizzati negli ultimi anni, ma spesso in modo abusivo, con un impatto diretto sull’arredo urbano e sulla segnaletica stradale.
La Polizia Locale del Comune di Como ha recentemente intensificato l’attività di contrasto, procedendo alla rimozione di otto di questi dispositivi illegali, fissati in maniera impropria a elementi del paesaggio cittadino.
L’intervento si inserisce in un quadro più ampio di monitoraggio e controllo del territorio, che ha portato all’individuazione di circa quaranta keybox abusivi nel centro urbano nelle settimane precedenti.
Prima di procedere alla rimozione coatta, è stata data la possibilità ai proprietari di regolarizzare la situazione, attraverso un avviso formale invitando alla rimozione volontaria dei dispositivi.
Questa scelta mirava a evitare contenziosi e a favorire la collaborazione con gli operatori turistici, riconoscendo la potenziale utilità di tali sistemi per i viaggiatori.
Tuttavia, la mancata risposta a questo invito ha determinato l’intervento diretto delle forze dell’ordine, con la conseguente rimozione dei keybox.
L’episodio solleva questioni complesse relative alla gestione del turismo e all’utilizzo del suolo pubblico.
Se da un lato i keybox offrono indubbi vantaggi in termini di flessibilità e autonomia per i turisti, dall’altro la loro installazione abusiva genera problemi di sicurezza, degrado urbano e violazione delle normative locali.
La questione evidenzia la necessità di un quadro normativo chiaro e di controlli più efficaci per regolamentare l’utilizzo di tali dispositivi e garantire il rispetto del decoro urbano e della sicurezza pubblica.
Si apre quindi un dibattito cruciale: come conciliare l’innovazione turistica con la tutela del patrimonio urbano e la qualità della vita dei residenti, soprattutto in contesti caratterizzati da una forte pressione turistica come il Lago di Como? La risposta passa attraverso una regolamentazione attenta e un dialogo costruttivo tra amministrazione, operatori turistici e comunità locale.