Il rifiuto di Fish Umbria di aderire allo schema di convenzione quadro per l’inserimento lavorativo di persone con disabilità nelle cooperative sociali di tipo B solleva interrogativi cruciali sull’effettiva inclusione e la partecipazione attiva delle persone con disabilità nella definizione delle politiche del lavoro.
La decisione, comunicata attraverso un comunicato stampa, riflette una profonda preoccupazione per un approccio percepito come top-down e privo di una reale collaborazione con le parti interessate.
La Federazione italiana per il superamento dell’handicap esprime un rammarico significativo per l’esclusione dalla fase di elaborazione dell’accordo, sottolineando come la mera richiesta di ratifica, anziché la partecipazione alla progettazione, rappresenti una forma di discriminazione che nega alle persone con disabilità il diritto fondamentale di essere protagonisti del proprio percorso lavorativo.
Questo approccio contrasta direttamente con i principi di inclusione e autodeterminazione che dovrebbero guidare le politiche sociali.
L’accordo, presentato come più flessibile rispetto alla Legge Biagi, desta apprensioni riguardo al rischio di disincentivare le assunzioni dirette da parte delle aziende e di alimentare una diffusa deresponsabilizzazione.
La preoccupazione non risiede nella flessibilità di per sé, bensì nella possibilità che questa si traduca in un indebolimento degli obblighi delle aziende e in una riduzione delle opportunità per le persone con disabilità.
Fish Umbria evidenzia come la Regione Umbria abbia perso un’opportunità imperdibile per implementare strumenti innovativi e realmente inclusivi.
Questi strumenti avrebbero dovuto ispirarsi alle Linee guida della Legge 68/99, che promuovono la trasparenza, la collaborazione e la condivisione di dati accurati, elementi essenziali per garantire l’efficacia delle politiche del lavoro.
La decisione di non sottoscrivere l’accordo non è una semplice opposizione formale, ma una dichiarazione di principi.
Fish Umbria intende ribadire la necessità di un cambiamento di paradigma: non si tratta di accettare passivamente soluzioni imposte dall’alto, ma di partecipare attivamente e propositivamente alla costruzione di politiche che mettano al centro i diritti, le potenzialità e le aspirazioni delle persone con disabilità.
In particolare, l’auspicio è che questo gesto stimoli una riflessione più ampia e una maggiore apertura al dialogo, soprattutto in vista della sperimentazione prevista dal Decreto legislativo 62, che rappresenta un’opportunità per ripensare e innovare il sistema di inserimento lavorativo.
Il comunicato finale non è una chiusura, ma un invito all’azione.
Fish Umbria si propone di essere parte attiva e costruttiva nei prossimi percorsi decisionali, contribuendo a creare un futuro del lavoro più equo, inclusivo e rispettoso della dignità di ogni individuo.
La vera inclusione non è un atto di clemenza, ma un diritto inalienabile e un motore di progresso sociale.