La Diocesi di Manfredonia si fa interprete di un grido di umanità, schierandosi al fianco dell’iniziativa “L’ultimo giorno di Gaza”.
Un gesto che trascende la fede religiosa, abbracciando ogni coscienza sensibile alle sofferenze che affliggono la popolazione gazzawi, intrappolata in una spirale di violenza e privazione.
Il vescovo Franco Moscone, in collaborazione con Pax Christi, lancia un appello accorato a fedeli e a tutti coloro che condividono un profondo senso di giustizia: rompere il silenzio assordante che avvolge la tragedia umanitaria in corso.
L’azione proposta non è una mera manifestazione, ma un atto di resilienza simbolico, un tentativo di creare un ponte sonoro che unisca il Mediterraneo con la terra martoriata di Gaza.
Le campane delle chiese, strumenti secolari portatori di gioia e lutto, si uniranno al lamento delle sirene – ambulanze, imbarcazioni, fabbriche – creando una sinfonia disarmante, un’eco di dolore che si propaga attraverso le città e i social media.
L’obiettivo è duplice: in primis, offrire un segno tangibile di solidarietà alla popolazione gazzawi, dimostrando che, nonostante la distanza geografica e le barriere politiche, la loro voce non è spenta.
È un atto di speranza, un messaggio che comunica la volontà di non abbandonarli all’oblio e alla disperazione.
In secondo luogo, è un monito rivolto ai centri di potere occidentali, un invito a spezzare il muro del silenzio e dell’indifferenza che consente la prosecuzione di una situazione inaccettabile.
La denuncia è esplicita: l’uso della fame come arma di guerra, una pratica barbara e disumana che colpisce i più vulnerabili, i bambini, gli anziani, i malati.
L’accusa di complicità nei confronti dei governi occidentali è grave e richiede una profonda riflessione sulla responsabilità internazionale di fronte a un genocidio che si consuma sotto gli occhi del mondo.
La data cruciale è domenica 27 luglio, alle ore 22:00.
Un momento in cui ogni suono, ogni segnale di protesta, diventerà un grido di speranza, un atto di resistenza pacifica.
Un appello a non rimanere inerti, spettatori passivi di una tragedia che minaccia di cancellare un intero popolo dalla faccia della terra.
La Diocesi di Manfredonia, con questo gesto simbolico, si schiera a fianco di chi soffre, di chi resiste, di chi ancora, disperatamente, spera in un futuro di pace e dignità, anche sotto le macerie.
Un rumore che si propaga, un messaggio che risuona: Gaza non è sola.