lunedì 28 Luglio 2025
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Tragedie sul lavoro: Urgente ripensamento della sicurezza

La recente ondata di tragedie sul lavoro, culminata nella perdita di quattro vite umane in poche ore, rappresenta una ferita profonda nel tessuto sociale ed economico del nostro Paese.

Questi eventi, purtroppo non isolati, non sono semplici incidenti, ma il tragico epilogo di una persistente carenza di impegno e di una visione distorta della sicurezza.
Assidal, in rappresentanza delle aziende attive nella promozione della sicurezza sul lavoro, solleva con forza la necessità imprescindibile di un profondo ripensamento culturale, un cambiamento radicale che trascenda la mera conformità normativa.
A Napoli, la caduta di tre operai da un montacarichi, una rottura brutale di un fragile equilibrio, ha segnato il territorio con un dolore indicibile.

Parallelamente, in provincia di Brescia, un uomo ha perso la vita schiacciato da un muletto, un macchinario che, in condizioni di sicurezza, dovrebbe agevolare il lavoro, ma che in questo caso si è trasformato in strumento di morte.
Questi episodi, che si sommano a innumerevoli altre situazioni di pericolo silente, denunciano un’assenza di protocolli efficaci e di una vigilanza costante.

L’attenzione mediatica, giustamente focalizzata sulle ondate di calore e sulle relative ordinanze, rischia di offuscare la realtà che si consuma quotidianamente: la perdita di vite umane dovuta a cadute, schiacciamenti, e a una generalizzata negligenza nell’applicazione di misure di prevenzione elementari.

Non possiamo permettere che la sicurezza venga relegata a una nota a piè di pagina, un costo da minimizzare o una casella da barrare in un documento.
A tre mesi dall’Accordo Stato-Regioni, che ambisce a modernizzare la formazione e la prevenzione, i dati restano impietosamente immutati.
Questa stabilità allarmante suggerisce che l’approccio attuale, basato su una visione formale e burocratica della sicurezza, si rivela profondamente inadeguato.
È urgente un intervento corale, un’azione concertata che coinvolga attivamente tutti gli attori sociali.
Questo deve partire dall’educazione, seminando la cultura della sicurezza fin dalla più tenera età, per poi proseguire con il coinvolgimento diretto delle istituzioni, il rafforzamento della responsabilità di datori di lavoro e lavoratori, e l’implementazione di programmi di formazione continua, costantemente aggiornati e realmente capaci di trasferire competenze pratiche e consapevolezza dei rischi.
La sicurezza non è un optional, ma un diritto inviolabile e un investimento strategico.
Senza una cultura della sicurezza radicata, condivisa e interiorizzata, la prevenzione rimane un miraggio.

E senza prevenzione, il conto da pagare in termini di vite umane continuerà a salire, condannando il nostro Paese a un futuro inaccettabile.

È tempo di fermarsi, di riflettere e di invertire questa rotta, trasformando il dolore in un catalizzatore per un cambiamento profondo e duraturo.

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