lunedì 28 Luglio 2025
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Napoli, un modello di volontariato tra prefetto e vescovo

La recente visita del prefetto di Napoli, Michele di Bari, accompagnato dal vescovo ausiliare Franco Beneduce, alla sede dell’associazione “Figli in famiglia”, rappresenta più di una semplice cerimonia di chiusura delle attività estive.
È un’occasione per illuminare e celebrare un tessuto sociale resiliente, intessuto di generosità, impegno civico e profonda dedizione al prossimo.
L’associazione, da anni attiva nel cuore della zona orientale di Napoli, incarna un modello di azione comunitaria che merita di essere non solo riconosciuto, ma anche replicato come norma diffusa.
Il prefetto, nel suo intervento, ha sottolineato come l’esperienza del volontariato, spesso silenziosa e poco celebrata, costituisca un pilastro fondamentale per la costruzione di una comunità più coesa e solidale.

Ha esplicitamente riconosciuto il valore inestimabile di coloro che, quotidianamente, consacrano il proprio tempo ed energie al servizio degli altri, spesso affrontando sfide e difficoltà significative.

Il volontariato, infatti, non si configura come un mero atto di altruismo, ma come un investimento a lungo termine nel benessere collettivo, un motore di cambiamento sociale che alimenta la speranza e stimola l’azione.
Il vescovo Beneduce, condividendo questo punto di vista, ha voluto rimarcare l’importanza di una visione cristiana dell’impegno sociale, dove la compassione, l’empatia e la condivisione del dolore altrui si traducono in gesti concreti di aiuto e supporto.

Si tratta di una risposta tangibile al precetto evangelico dell’amore verso il prossimo, una testimonianza di fede che si manifesta non solo nelle parole, ma soprattutto nelle azioni.
Il prefetto ha inoltre evidenziato un aspetto spesso trascurato: il beneficio che il volontariato reca a chi lo pratica.

L’esperienza di donare, di sentirsi utile, di contribuire al benessere degli altri, genera un senso di appagamento e di autostima che arricchisce la persona e la motiva a continuare il suo impegno.

Questo circolo virtuoso, alimentato dalla condivisione e dalla gratitudine, crea un legame forte tra i volontari e la comunità, rafforzando il senso di appartenenza e la fiducia nel futuro.
La chiusura delle attività estive dell’associazione “Figli in famiglia” non segna quindi una conclusione, ma piuttosto un punto di partenza.

È un momento per riflettere sull’importanza del volontariato, per incoraggiare nuove generazioni a impegnarsi nella vita comunitaria, e per promuovere una cultura della solidarietà che sappia trasformare la speranza in realtà concreta.

Laddove la speranza persiste, come in questo angolo di Napoli, il prefetto ha giustamente affermato, un futuro migliore è sempre possibile.

Un futuro costruito sulla base del bene comune, della generosità e dell’impegno civile.

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