lunedì 28 Luglio 2025
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Riapre l’A1 Firenze-Bologna: code e ripercussioni sulla Milano-Napoli

La riapertura del raccordo autostradale A1, nel tratto cruciale tra Firenze e Bologna, ha segnato la fine di un’interruzione che ha pesantemente impattato sulla viabilità della direttrice Milano-Napoli.
La chiusura, disposta in direzione Bologna a partire da Barberino di Mugello, era stata resa necessaria da urgenti interventi di ripristino della sede stradale, danneggiata da un devastante incendio che aveva interessato un autoarticolato nella notte.

L’evento, che ha generato un ingente quantitativo di fumo e detriti, ha richiesto un’azione tempestiva da parte dei soccorsi e delle autorità competenti, che hanno lavorato incessantemente per rendere nuovamente percorribile il tratto autostradale.

La decisione di chiudere la carreggiata in direzione Bologna è stata presa per garantire la sicurezza delle squadre di intervento e per permettere un’accurata valutazione dei danni strutturali.
Durante l’interruzione, si è rapidamente sviluppato un ingorgo significativo, con la formazione di una coda che si estendeva per ben 8 chilometri, comprimendo il traffico tra Calenzano e l’innesto con la A1 Direttissima in direzione Bologna.

Questa situazione ha comportato ritardi considerevoli per migliaia di automobilisti, che si sono visti costretti a percorrere percorsi alternativi, spesso tortuosi e poco adatti a gestire un flusso di traffico così elevato.

Attualmente, la circolazione è stata ripristinata su due corsie, ma la Polizia Stradale segnala ancora la presenza di code a tratti, accentuate da un intenso volume di traffico e dalla persistente congestione nell’area dell’incidente, dove si registrano ancora 3 chilometri di coda.
La velocità è ridotta e si consiglia prudenza agli automobilisti, che dovranno tenere conto della presenza di lavori in corso e delle condizioni residue dovute all’evento.

L’episodio sottolinea la vulnerabilità delle infrastrutture autostradali e l’importanza di interventi rapidi ed efficaci per minimizzare l’impatto sulla mobilità, mettendo in luce, al contempo, la necessità di una pianificazione più accurata delle alternative di percorso in caso di emergenze.

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