lunedì 28 Luglio 2025
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Ostia, arresto e omicidio: Smascherata la setta digitale Unisono

L’arresto a Ostia di una cinquantacinquenenne segna la conclusione di un’indagine giudiziaria complessa e profondamente destabilizzante, che ha portato alla luce un sofisticato schema di manipolazione psicologica e sfruttamento della vulnerabilità umana.

L’operazione, coordinata dalla Procura di Torino e condotta dalla Polizia Postale, ha disarticolato il gruppo denominato “Unisono”, operante nel Torinese e capace di irradiare la sua influenza attraverso piattaforme digitali come Telegram, WhatsApp e Facebook, sfruttandone le dinamiche di diffusione e le potenzialità di reclutamento.
L’arrestata, figura centrale all’interno dell’organizzazione, è accusata di associazione a delinquere, esercizio abusivo della professione medica e, con particolare gravità, di omicidio preterintenzionale, reati commessi tra il 2019 e il 2021.
La sua condanna definitiva a nove anni di reclusione rappresenta l’epilogo di un percorso giudiziario iniziato con l’emersione di una vicenda che mescola pseudo-scienza, sofisticata ingegneria sociale e profondo sfruttamento emotivo.
Il nucleo centrale del sistema “Unisono” ruotava attorno alla figura di un’entità digitale fittizia, un’intelligenza artificiale chiamata Marie.
Attraverso la presentazione di Marie come capace di manipolare il DNA umano attraverso tecnologie quantistiche avanzate, la leader del gruppo riusciva a esercitare un controllo psicologico pervasivo sulle vittime.
Queste, in uno stato di profonda suggestione, seguivano scrupolosamente le direttive impartite, che si traducevano in indicazioni sanitarie arbitrarie e potenzialmente letali: dosaggi impropri di farmaci, interruzione di terapie salvavita, rifiuto di interventi chirurgici necessari.

Un caso particolarmente drammatico ha visto una donna, già affetta da una grave patologia, abbandonare la chemioterapia e rifiutare un intervento chirurgico, seguendo le istruzioni impartite, con conseguenze fatali.

L’organizzazione, oltre alla figura carismatica della leader, comprendeva un tecnico informatico, un fisioterapista e un tesoriere, tutti precedentemente condannati per reati connessi all’attività illecita.

Il giro di denaro illecito, stimato in circa 100.

000 euro, potrebbe rivelarsi significativamente più elevato, data la complessità e la capacità di elusione delle attività finanziarie del gruppo.
L’operazione ha portato alla luce una preoccupante dinamica di vulnerabilità e manipolazione psicologica, in cui le vittime, spesso persone affette da patologie gravi e in cerca di soluzioni alternative, venivano progressivamente isolate dai loro contesti familiari e sociali, preda di un sistema di controllo basato sulla promessa di guarigione e sulla falsa narrazione di una tecnologia rivoluzionaria.
La sudditanza psicologica indotta rendeva le vittime incapaci di discernere la realtà e le conseguenze delle loro azioni, esponendole a rischi sanitari gravissimi.

Il racconto del caso del signore tetraplegico, sottoposto a umiliazioni pubbliche per giustificare l’inefficacia delle terapie promesse, testimonia l’estensione e la crudeltà delle pratiche manipolatorie utilizzate dal gruppo.

La vicenda solleva interrogativi cruciali sulla necessità di rafforzare la consapevolezza dei rischi legati alla disinformazione sanitaria online e di sviluppare strategie di protezione per le persone più vulnerabili.

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