Il Campidano sardo si risveglia sotto una coltre di fumo, il giorno seguente a un’onda di incendi che ha inghiottito ettari di campagne a Villacidro, Serramanna e Samassi.
La devastazione è palpabile, una ferita aperta nel tessuto territoriale e sociale di una comunità ancora scossa.
La Presidente della Regione, Alessandra Todde, ha espresso la sua più sentita solidarietà, un abbraccio collettivo rivolto alle amministrazioni comunali, alle famiglie sfollate, agli agricoltori e allevatori che vedono compromesse le loro attività, e a tutti coloro che si stanno attivamente impegnando nelle operazioni di soccorso e nella difficile opera di ricostruzione.
Questi eventi, che vanno ben al di là di una semplice emergenza, rappresentano una sfida complessa per l’intera Regione.
Non si tratta solamente di domare le fiamme, ma di affrontare le conseguenze economiche, ambientali e psicologiche che tali disastri comportano.
La perdita di raccolti, la distruzione di infrastrutture agricole, la compromissione della biodiversità e l’impatto sulla salute pubblica sono solo alcuni degli aspetti che richiedono un’attenzione immediata e a lungo termine.
Un plauso sentito è dovuto alle forze antincendio – Corpo Forestale, Forestas, Protezione Civile, Vigili del Fuoco, compagnie barracellari e innumerevoli volontari – che hanno operato con coraggio e dedizione per limitare l’estensione degli incendi ed evitare un disastro ancora più grave.
Il loro lavoro incessante, spesso svolto in condizioni estreme, ha permesso di salvare vite umane e di proteggere beni preziosi.
La Presidente Todde ha sottolineato l’impegno della Regione nel rafforzare le strutture di prevenzione e soccorso, puntando su un monitoraggio costante del territorio e sull’adozione di misure innovative per mitigare il rischio di incendi.
È necessario un approccio integrato, che combini tecnologie avanzate, formazione del personale, coinvolgimento delle comunità locali e una maggiore consapevolezza dei fattori di rischio.
L’accusa è chiara e severa: chi danneggia deliberatamente il territorio, con negligenza, disattenzione o, peggio ancora, con intenti dolosi, commette un atto gravissimo.
La giustizia, attraverso il lavoro del Corpo Forestale e degli altri organi di polizia giudiziaria, non rimarrà inattiva.
L’individuazione e la punizione dei responsabili sono un imperativo morale e un segnale forte per la collettività.
Al di là dell’emergenza, si apre un dibattito cruciale sulla sostenibilità del territorio, sulla gestione delle risorse idriche, sull’adozione di pratiche agricole più rispettose dell’ambiente e sull’importanza di una cultura della prevenzione che coinvolga attivamente tutti i cittadini.
Il Campidano, ferito ma non spezzato, ha bisogno di una risposta corale, un impegno condiviso per ricostruire il suo futuro e preservare la sua identità.
Il fuoco ha distrutto, ma può anche essere un’occasione per rinascere più forti e consapevoli.