18 dicembre 2023 – 14:45
La determinazione di una madre, che ha continuato a combattere per oltre sette anni, e le minuziose ricerche condotte in tutto il Nord America dalla Polizia hanno portato alla ritrovamento di Roberto Coppola, scomparso a Calgary, in Canada nel 2016. Quando Anna Maiorano ha ricevuto la notizia che suo figlio si trovava in Texas e stava bene, ha esclamato: “Sono tornata a vivere”. La donna aveva denunciato la scomparsa del figlio poco dopo aver perso i contatti con lui, ma per sette lunghi anni un angosciante silenzio aveva avvolto il suo destino. Solo lo scorso agosto, su richiesta dell’Ufficio del Commissario straordinario del Governo per le persone scomparse, Anna Maiorano è stata ascoltata a lungo dagli investigatori della Squadra mobile, fornendo ogni dettaglio utile per trovarlo e facendo emergere la “pista texana”. L’Interpol era stata coinvolta e grazie all’Esperto per la Sicurezza dell’Ambasciata a Washington, Roberto è stato finalmente rintracciato. “Mi ha fatto sapere che al momento non vuole vedermi”, racconta la donna, “ma sono certa che ci incontreremo ancora e ora ho anche il conforto di sapere che in tutti questi anni ha lavorato e non gli sono accadute cose drammatiche”. La madre racconta che quando vorrà, suo figlio le dirà cosa gli è successo. La Squadra Mobile aveva inviato una segnalazione di reato alla Procura di Milano per stabilire se questa scomparsa fosse volontaria o riconducibile a un omicidio, poiché la Polizia spiega che la Procura è particolarmente sensibile a questo tipo di casi. Così è stata avviata un’indagine internazionale tramite rogatorie giudiziarie verso il Canada e gli Stati Uniti, i paesi in cui erano state individuate le ultime tracce del disperso. Alla fine è stato trovato in Texas, dove si era trasferito con un camper. “Rispetto la sua libertà come ho sempre fatto”, dice ora sua madre, “e ora mi basta sapere che sta bene; per più di sette anni ho vissuto nell’angoscia, temendo il peggio: che fosse finito in prigione o ucciso”. La donna rivela di aver trascorso notti insonni cercando di immaginare dove potesse essere suo figlio e se qualcuno gli avesse fatto del male, ma non si è mai arresa. Si era persino rivolta al programma televisivo “Chi l’ha visto”, alternando disperazione e speranza. Tuttavia, la speranza non l’aveva mai abbandonata del tutto. “E avevo ragione a continuare a combattere perché sentivo che lo avrei ritrovato”, conclude Anna Maiorano.