Emergono dettagli sempre più complessi e potenzialmente compromettenti da un’indagine giudiziaria di ampia portata che coinvolge figure chiave dell’urbanistica milanese e torinese.
Al centro delle rivelazioni, scaturite da un’analisi meticolosa di comunicazioni intercettate, vi è un presunto sistema di favoritismi e collusioni volto a indirizzare appalti e commissioni progettuali verso studi professionali specifici.
Carlo Masseroli, ex assessore all’Urbanistica durante la giunta Moratti e attuale manager di Nhood, una società di sviluppo immobiliare, è al fulcro di queste dinamiche.
Le conversazioni trascritte, ora parte integrante degli atti giudiziari, suggeriscono un ruolo attivo nell’intermediare contatti tra Giuseppe Marinoni, all’epoca presidente della Commissione Paesaggio del Comune di Milano, e progettisti operanti all’interno della stessa società di cui Masseroli è dirigente.
Questi incontri, apparentemente casuali, assumono un significato diverso alla luce delle successive commesse e degli incarichi assegnati.
I dialoghi rivelano una logica di disponibilità e proattività che va oltre la semplice cortesia professionale.
Masseroli, ad esempio, si offre di far recare conto a progettisti come Caputo direttamente a Marinoni, suggerendo un percorso privilegiato per la presentazione di progetti.
In un’occasione, si parla esplicitamente di “rubare” venti minuti alla disponibilità di Marinoni per una nuova visione di un progetto già esistente, denotando una certa urgenza e una volontà di accelerare i tempi.
Le conversazioni non si limitano a semplici contatti; trattano esplicitamente di interventi immobiliari e trasformazioni urbanistiche di rilevanza strategica, come il progetto per Piazzale Loreto.
Un altro elemento significativo è l’inserimento nel circuito di Sergio Asti, progettista recentemente oggetto di un processo proprio in relazione ai controversi Park Towers.
La comunicazione tra Marinoni e Masseroli include anche riferimenti a incontri con figure come Tancredi, suggerendo una rete di relazioni che si estende oltre i confini del Comune di Milano.
L’indagine non si limita al contesto milanese.
Un’informativa della Guardia di Finanza, datata febbraio 2024, pone sotto la lente d’ingrandimento anche la figura di Paolo Mazzoleni, assessore all’Urbanistica di Torino e indagato in più procedimenti.
Le indagini hanno portato alla luce fatture emesse dal suo studio per un importo superiore agli ottocentomila euro a favore di un’impresa coinvolta nel progetto Scalo House, un’area sottoposta a sequestro.
Mazzoleni è inoltre legato al progetto ‘Lambrate Twin Palace’, oggetto di ulteriori approfondimenti investigativi, e al progetto ‘Salomone 77’, per il quale è stato selezionato lo studio Asti, consolidando l’ipotesi di un sistema di committenze reiterate e potenzialmente illecite.
L’inchiesta, pertanto, dipinge un quadro complesso di possibili intrecci tra politica, urbanistica e interessi privati, sollevando interrogativi sulla trasparenza e la correttezza dei processi decisionali in materia di sviluppo del territorio.