Il Festival di Sanremo si presenta senza tempo, un’esperienza senza età che abbraccia la musica in tutte le sue sfumature.

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01 febbraio 2024 – 20:46

“Racconti in bianco e nero: i segreti dietro il Festival di Sanremo”La mostra “Non ha l’età. Il Festival di Sanremo in bianco e nero 1951-1976”, curata da Aldo Grasso, offre uno sguardo sorprendente sul mondo del celebre evento musicale italiano. In esposizione alle Gallerie d’Italia di Torino dal primo febbraio al 12 maggio, la mostra presenta 85 fotografie selezionate tra più di 15.000 scatti realizzati dagli apprezzati fotoreporter dell’Agenzia Publifoto durante gli anni in cui il Festival si svolgeva nel Casinò di Sanremo.Il titolo della mostra fa riferimento alla famosa canzone di Gigliola Cinquetti, che sarà ospite il 21 febbraio durante uno degli eventi Inside dedicati all’esposizione. Ma cosa rende questa mostra così speciale? Innanzitutto, si è scelto di dare meno spazio alle immagini degli artisti sul palco e focalizzarsi maggiormente sugli aspetti fuori dalle luci dei riflettori.Grazie a queste fotografie straordinarie, possiamo ammirare i cantanti durante le prove, le passerelle degli artisti per le vie della città, gli autografi che firmano per i fan entusiasti, il pubblico rapito dall’emozione dello spettacolo. Ma non solo: gli artisti vengono ritratti anche in situazioni curiose e intime come nella sala trucco o mentre interagiscono con l’orchestra. È un vero e proprio viaggio nel dietro le quinte del Festival di Sanremo.Aldo Grasso, curatore della mostra, sottolinea l’importanza storica e culturale del Festival: “Il Festival è nato come promozione turistica di Sanremo, lo scatto avviene grazie alla radio. Oggi è il festival della televisione italiana, è il momento televisivo più importante dell’anno”. Questo evento rappresenta un vero e proprio rito per il pubblico italiano, tanto che anche la concorrenza televisiva si arrende all’evidenza del suo fascino.La selezione delle fotografie è stata accurata e mirata a mostrare gli aspetti meno noti del Festival. Come spiega Grasso: “La prima scelta è stata quella di non mostrare i cantanti sul palco e di far vedere le cose che nessuno finora in quel momento aveva visto: Sanremo negli anni ’50, il primo incontro con la gente con la nascita del divismo canoro, il backstage, i parrucchieri”.Inoltre, Guido Rossi, responsabile del Centro di produzione Rai di Torino, ricorda l’importanza della città nel contesto del Festival: “In quegli anni la centralità del Centro di produzione Rai e della sede di Torino era evidente. La radiofonia e il Centro di produzione hanno seguito tutte le prime edizioni del Festival”. Alcune delle fotografie esposte mostrano addirittura le telecamere utilizzate durante quegli anni storici.Grazie alla collaborazione con Rai Teche, la mostra offre anche contributi video-sonori che arricchiscono ulteriormente l’esperienza dei visitatori. Inoltre, l’esposizione è sostenuta da Intesa Sanpaolo, che vede nella manifestazione un simbolo di unione tra le generazioni e della cultura italiana. Michele Coppola, responsabile Cultura di Intesa Sanpaolo, commenta: “La mostra è un omaggio al Festival di Sanremo che ancora oggi unisce tutte le generazioni intorno alla musica e alla cultura italiana”.Un aspetto significativo dell’iniziativa è il lavoro dell’Archivio Storico che ha restaurato, digitalizzato e catalogato tutte le oltre 15.000 fotografie dei servizi realizzati al Festival dall’Agenzia Publifoto. Queste preziose immagini sono ora consultabili online sul sito dell’Archivio Storico di Intesa Sanpaolo, consentendo a tutti gli appassionati di immergersi nella storia del Festival.In conclusione, la mostra “Non ha l’età. Il Festival di Sanremo in bianco e nero 1951-1976” offre uno sguardo affascinante su uno dei più importanti eventi musicali italiani. Attraverso fotografie rare e suggestive, ci porta nel cu

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