lunedì 28 Luglio 2025
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Fermi di Perugia: Complesso studentesco sotto acqua, emergenza e interrogativi.

La devastazione che ha colpito il complesso studentesco Fermi di Lacugnano, in seguito all’intenso temporale che ha investito Perugia, rivela una profonda falla nella gestione e nella manutenzione di un’infrastruttura cruciale per il futuro di molti giovani.

L’assessore regionale all’Università, Fabio Barcaioli, descrive una scena drammatica: corridoi trasformati in piscine, bacinelle di fortuna per raccogliere l’acqua che filtra dal soffitto crollato, studenti costretti a navigare tra detriti e insicurezze in un ambiente che dovrebbe rappresentare un rifugio sicuro per lo studio.

L’evento non è, però, una semplice calamità naturale, ma l’esplosione di una fragilità strutturale latente, una spia che segnala anni di negligenza e scelte amministrative discutibili.

Le infiltrazioni e i danni visibili non sono un fenomeno improvviso, ma il risultato di una progressiva decadenza, amplificata dalla recente tempesta.

L’intonaco che si sgretola non è solo un problema estetico, ma il sintomo di una gestione inadeguata che ha ignorato campanelli d’allarme precedenti.

La situazione solleva interrogativi urgenti sulle responsabilità di chi ha autorizzato la consegna della struttura agli studenti, pochi mesi dopo i presunti lavori di ristrutturazione.

La retorica di un complesso amato dagli studenti, veicolata sui social media dall’ex Amministratore Unico di Adisu, contrasta nettamente con la realtà quotidiana, con le difficoltà e i rischi che gli stessi studenti sono costretti ad affrontare.
La nuova giunta regionale ha scelto di interrompere prematuramente un contratto di affitto gravoso, una decisione che, pur costantemente posticipando una soluzione definitiva, dimostra un impegno verso il benessere degli studenti, anteponendolo a interessi economici.
Si tratta di una scelta coraggiosa, che segna una rottura con le pratiche del passato, un tentativo di riaffermare la priorità del servizio pubblico e della sicurezza.
La difficoltà nel reperire riscontro alle richieste di chiarimenti rivolte alla ditta incaricata della manutenzione, precedente gestione compresa, è assordante e parla da sola, suggerendo un quadro di inerzia e di mancanza di accountability.
La priorità immediata è stata la ricollocazione degli studenti in ambienti sicuri, ma l’emergenza richiede un’indagine approfondita per accertare le responsabilità e definire un piano di interventi strutturali che garantisca la sicurezza e la vivibilità del complesso.

Non si tratta più solo di riparare un tetto che crolla, ma di ricostruire un futuro solido e dignitoso per la comunità studentesca, un futuro che regga le loro aspirazioni e il loro diritto a un’istruzione sicura e di qualità.
È necessario un cambio di paradigma, un impegno a lungo termine per investire nell’istruzione e nel benessere dei giovani, garantendo loro un ambiente di studio adeguato e stimolante.

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