lunedì 28 Luglio 2025
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Roma-Lega: Manifesti AI e Polemica, Censura o Legge?

La recente polemica a Roma, innescata dalla campagna di comunicazione della Lega a sostegno del disegno di legge sicurezza, ha aperto un confronto acceso sui limiti dell’espressione politica e sui confini etici della pubblicità, rivelando una profonda frattura tra l’amministrazione comunale e il partito guidato da Matteo Salvini.
I manifesti, creati con tecniche di intelligenza artificiale, presentavano slogan perentori come “Scippi in metro? Finisci in galera”, “Occupa una casa? Espulsione in 24 ore”, “Blocchi una strada? Detenzione”, affiancati da immagini che raffiguravano individui associati a stereotipi negativi legati all’origine etnica, al nomadismo o a specifiche scelte di stile come i capelli rasta.
La direzione capitolina ha prontamente disposto la rimozione dei manifesti, inviando una diffida alla ditta pubblicitaria incaricata.
La Lega ha reagito con veemenza, denunciando un atto di censura, un’intolleranza e un “bavaglio comunista” volto a soffocare il dissenso.

Il Campidoglio, nella sua replica, ha motivato la rimozione con la violazione delle normative che regolano i contenuti etici della pubblicità.

La specifica legge, infatti, proibisce l’utilizzo di stereotipi legati all’etnia o ad altre caratteristiche identitarie, e l’amministrazione ha sottolineato che la decisione è stata assunta autonomamente dagli uffici competenti, a seguito di segnalazioni di cittadini.
Si è quindi negato che si trattasse di censura, ma di una corretta applicazione del regolamento.
Riccardo Magi, segretario di Più Europa, ha espresso approvazione per l’intervento del Campidoglio, annunciando al contempo l’intenzione di presentare una denuncia formale sulla vicenda, sollevando interrogativi più ampi sulla legalità e sulla liceità delle immagini utilizzate.
La Lega ha mostrato un fronte compatto, intensificando l’attacco alla giunta guidata dal Partito Democratico.
Il vicesegretario Claudio Durigon ha preannunciato una battaglia legale per far luce sulla vicenda.

Attraverso una nota ufficiale, il partito ha esposto una critica ferma: “Il Pd difende chi scippa, chi ruba, chi imbratta, chi occupa le case?”.
La risposta non si è limitata alla sfera comunicativa.

Il partito di Salvini ha annunciato una campagna di sensibilizzazione su scala nazionale, con la diffusione di nuovi manifesti e la produzione di articoli di abbigliamento a tema, trasformando la polemica in un vero e proprio strumento di mobilitazione politica.
Questo segna un’escalation nel conflitto, evidenziando le profonde divergenze ideologiche e strategiche tra le parti e sollevando interrogativi sul ruolo della comunicazione politica nell’era digitale e sui confini della libertà di espressione.

La vicenda trascende la mera questione dei manifesti, diventando un simbolo della polarizzazione politica in atto e delle tensioni che attraversano la società italiana.

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