20 dicembre 2023 – 20:45
Il teatro è un luogo in cui si può immaginare di essere qualcun altro, sia per chi lo fa che per chi lo guarda. Fin dall’infanzia, quando andiamo a scuola, questo gioco di ruoli diventa fondamentale. È un atto che caratterizza il mio lavoro e rappresenta la vera essenza del teatro pubblico.Francesco Siciliano, il neo presidente del Teatro di Roma, ha raccontato tutto ciò all’ANSA dopo l’annuncio della Regione Lazio di destinare 24 milioni di euro ai teatri del territorio. Inizialmente sembrava che questi fondi sarebbero stati utilizzati per l’acquisto del Teatro Eliseo, ma il presidente Francesco Rocca ha precisato che saranno invece destinati alla valorizzazione dell’intera filiera teatrale.Siciliano non vuole entrare nel merito della questione riguardante il Teatro Eliseo, ma sottolinea comunque che riaprire un teatro è sempre una cosa positiva. Il suo primo obiettivo è il Teatro Valle, un palcoscenico storico dove persino i Sei personaggi di Pirandello hanno debuttato e che è stato chiuso da anni in attesa di lavori. Da appena cinque settimane al suo incarico, Siciliano ringrazia il Comune per aver prestato immediata attenzione e risorse al rilancio del Teatro di Roma e si dice sicuro che anche la Regione seguirà questa strada.Il presidente racconta di aver trovato un teatro vivo e vitale nonostante la fase commissariale e l’era post-Covid. La stagione, curata da Giovanna Marinelli, continua ad avere sold out sia all’Argentina che all’India, soprattutto con un pubblico giovane. Questo dimostra che le scelte fatte erano buone e che c’è ancora una forte necessità di frequentare il teatro. Afferma sorridendo che il teatro non è solo per i vecchi.Per quanto riguarda la mancanza di governance, è stato lanciato un bando per il nuovo direttore generale e attualmente la commissione sta esaminando i 42 curriculum ricevuti. Si spera di avere al più presto una rosa di 3-5 nomi tra cui scegliere. Riguardo al Teatro Valle, i tecnici hanno previsto che verrà restituito tra dicembre 2024 e gennaio 2025. Siciliano auspica che queste siano le date effettive per poter riaprire definitivamente il teatro con la centralità e l’offerta culturale che merita nella primavera del 2025, nel pieno dell’anno del Giubileo.La situazione al Globe è diversa (la proprietà appartiene al Comune, la gestione era affidata al TdR e la direzione artistica a Gigi Proietti e successivamente a Nicola Piovani). Ci sono questioni legali legate al crollo avvenuto nel 2022 e a problemi edili, per i quali il Comune deve trovare circa 2 milioni di euro. Non è ancora chiaro se sarà necessario ricostruire o restaurare il teatro e quindi è prematuro parlare della futura gestione.Tuttavia, Villa Borghese rappresenta solo l’ultima tappa di una serie di teatri chiusi a Roma. Ci sono state chiusure sia grandi che piccole che si sono susseguite nel corso degli anni. Ad esempio, il Teatro delle Arti è stato uno dei primi ad essere chiuso, seguito da una progressiva mortificazione del talento. Avere così tante sale a Roma ha permesso la crescita del talento creativo e ha reso possibile una centralità culturale reale per la città. Non si trattava solo di spettacoli più o meno belli. Dagli anni ’50 agli anni ’90, tutta la cultura italiana passava attraverso questi teatri. La desertificazione degli ultimi due decenni è stata un vero e proprio stillicidio per il mondo teatrale.