sabato 2 Agosto 2025
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Comune di L'Aquila

Alpinista precipita sul Gran Sasso: salvataggio alpino a rischio

Nel cuore del massiccio granitico del Gran Sasso, si è protratto per ore un’operazione di soccorso alpino di straordinaria complessità, culminata alle prime luci dell’alba.
Un alpinista trentacinquenne, originario della provincia di Roma, ha subito un grave incidente durante l’affrontare la Spigolo delle Guide, una via classica e impegnativa del Corno Piccolo, un pilastro roccioso che svetta imponente nel panorama.

L’evento, innescatosi nel tardo pomeriggio, è stato preceduto da un errore di giudizio da parte del primo di cordata, che ha innescato una rovinosa caduta.
La traiettoria incontrollata ha causato la rottura di numerosi punti di assicurazione artificiali, testimoniando la fragilità dei sistemi di sicurezza in ambienti alpini estremi.

L’impatto ha lasciato l’alpinista con lesioni significative agli arti inferiori e superiori, aggravate dalla natura verticale dell’ambiente.
Il compagno, nel disperato tentativo di arrestare la caduta, ha subito ustioni alle mani, a riprova della forza in gioco e dell’eroismo istintivo che può emergere in situazioni di pericolo.
La rapidità di pensiero e la capacità di improvvisazione dimostrata dai due alpinisti, che hanno avuto la lucidità di creare una sosta di emergenza e trovare rifugio su una cengia, hanno giocato un ruolo cruciale nel contenere l’aggravamento della situazione.

Le prime fasi del soccorso, affidate all’elicottero del 118, si sono rivelate immediatamente problematiche a causa di condizioni meteorologiche avverse.
Forti raffiche di vento, tipiche degli ambienti di alta quota, hanno reso impossibile l’avvicinamento e il recupero in parete.
Questa criticità ha imposto al team di soccorso alpino di affrontare una salita a piedi lungo l’itinerario, superando passaggi tecnicamente impegnativi, spesso caratterizzati da esposizione verticale e accentuata instabilità.

La progressione è stata resa ancora più ardua dalle raffiche che mettevano a dura prova la stabilità dei soccorritori stessi.
Una volta raggiunti gli alpinisti infortunati, è stata stabilizzata la condizione del ferito, immobilizzato e preparato per la discesa.

Il trasporto lungo la parete, eseguito con tecniche di progressione alpina, ha richiesto un notevole sforzo fisico e un’elevata coordinazione di squadra.
La successiva discesa fino al sentiero Ventricini, seguita dal trasporto a spalla fino alla zona della Madonnina, ha evidenziato la dedizione e la resistenza fisica del personale di soccorso, operante in condizioni di scarsa illuminazione e in un contesto ambientale ostile.

Un secondo tentativo di recupero aereo, con l’impiego di un elicottero dell’Aeronautica Militare, è stato tentato con la speranza di accelerare le operazioni.

Tuttavia, la persistenza delle condizioni meteorologiche proibitive ha reso vano anche questo sforzo.

Il trasporto finale degli infortunati e del personale sanitario è stato completato tramite elicottero verso una struttura ospedaliera per le cure necessarie.
Le squadre del Cnsas hanno concluso il rientro a Prati di Tivo a piedi, completando un intervento che ha richiesto un impegno straordinario di risorse umane e tecnologiche, testimoniando la complessità e il pericolo intrinseco dell’alpinismo di alta montagna e la professionalità del soccorso alpino.

L’evento sottolinea anche la necessità di una continua valutazione dei rischi e di una preparazione costante per affrontare le sfide imposte da un ambiente alpino imprevedibile.

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