lunedì 28 Luglio 2025
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Bova, indagine per estorsione: chat private e accuse reciproche

Un nuovo capitolo si apre nella complessa vicenda relativa alla compromissione di conversazioni private e messaggi appartenenti all’attore Raoul Bova, con l’avvio di un’indagine per tentata estorsione da parte della Procura di Roma.

L’inchiesta, coordinata dal procuratore Eliana Dolce e delegata alla Polizia Postale, si concentra su un tentativo di ricatto subliminale, manifestatosi in un messaggio indirizzato direttamente a Bova.

Il messaggio, proveniente da un numero di telefono identificato come intestato a un presunto prestanome, avvertiva l’attore della potenziale divulgazione di conversazioni intime, presumibilmente indirizzate alla modella e influencer Martina Ceretti.

Sebbene non contenesse una richiesta esplicita di denaro, il chiaro intento di esercitare pressione psicologica emergeva inequivocabilmente.
La mancata risposta di Bova non impedì la successiva pubblicazione, il 21 luglio, delle chat incriminate attraverso il podcast “Falsissimo” di Fabrizio Corona.
L’ipotesi di estorsione si aggiunge alle già delicate implicazioni personali che investono Bova e la sua compagna, Rocio Munoz Morales, in un contesto di presunti dissidi e riorganizzazione della loro vita familiare.
L’avvocato di Bova, David Leggi, aveva precedentemente rilasciato dichiarazioni suggerendo una separazione di fatto, seppur mantenendo un’alternanza di cura e responsabilità nei confronti delle loro due figlie.

Queste affermazioni, mirate a delineare una realtà preesistente, sollevano interrogativi sulla natura della loro relazione e sulla tempistica degli eventi.
La controreplica, veicolata tramite il Corriere della Sera dall’avvocato di Morales, Antonio Conte, respinge categoricamente le affermazioni di Leggi.

Conte nega con forza l’esistenza di una separazione di fatto e di qualsiasi accordo in tal senso, definendo tali dichiarazioni “falsità”.
L’avvocato sottolinea la volontà della sua cliente di proteggere le loro figlie, Luna (nata nel 2015) e Alma (nata nel 2018), dai clamori mediatici, evidenziando il dolore e lo shock suscitati dalla vicenda.
L’indagine, formalmente contro ignoti, si concentra ora sulla ricostruzione della catena di responsabilità e sull’identificazione dei soggetti coinvolti nel tentativo di estorsione.
Gli inquirenti stanno analizzando la provenienza del numero di telefono utilizzato per inviare il messaggio e valutano attentamente l’ipotesi di ricettazione, ovvero l’aver ricevuto il materiale illecito.
La vicenda, oltre alle implicazioni legali, pone interrogativi etici sulla diffusione di informazioni private e sulla strumentalizzazione della vita altrui per fini di lucro, con conseguenze devastanti per i minori coinvolti.
Il caso evidenzia, inoltre, la fragilità della privacy nell’era digitale e la necessità di una maggiore consapevolezza riguardo alle conseguenze delle azioni online.
L’inchiesta è ora focalizzata a svelare i retroscena e a definire le responsabilità di chi ha agito per danneggiare l’immagine e la reputazione di Raoul Bova e Rocio Munoz Morales.

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