lunedì 28 Luglio 2025
30.7 C
Rome

Via Palestro, 30 anni dopo: memoria, impegno e lotta alle mafie.

A distanza di tre decenni e due anni dalla tragica esplosione di via Palestro, Milano si raccoglie nel ricordo delle vittime e riflette sull’eredità di un’epoca segnata da una violenza inaudita.

Il pensiero del Presidente del Senato, Ignazio La Russa, trasmesso attraverso i canali digitali, non è un semplice omaggio, ma un monito a perpetuare l’impegno nella lotta contro le mafie e a preservare i valori di una società democratica.

L’eco di quella sera del 1993 risuona ancora potente, non solo per la perdita delle cinque vite spezzate – i coraggiosi vigili del fuoco Carlo La Catena, Sergio Pasotto e Stefano Picerno, l’agente di polizia locale Alessandro Ferrari, e il cittadino marocchino Moussafir Driss, vittima innocente – ma soprattutto per il contesto di ferocia che la strage rivelò.

L’attentato di via Palestro non fu un evento isolato, bensì un tassello di una strategia deliberata di destabilizzazione, parte di un disegno eversivo più ampio che si estese ad altre città italiane.
La spirale di violenza culminò con gli attentati di via dei Georgofili a Firenze, che strappò la vita a studenti universitari e passanti, e con i devastanti attacchi alla Basilica di San Giovanni in Laterano e alla Chiesa di San Giorgio al Velabro a Roma, luoghi simbolo della fede e della storia italiana.
A questi si aggiunsero, con un impatto emotivo ancora più profondo, le scomode e tragiche eliminazioni di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, figure cardine nella lotta alla criminalità organizzata, i quali incarnavano la speranza di un futuro libero dalla morsa mafiosa.
L’obiettivo delle organizzazioni criminali era chiaro: terrorizzare lo Stato, paralizzare le istituzioni e minare la fiducia dei cittadini.
L’attacco ai luoghi simbolo dell’identità nazionale – spazi religiosi, istituzioni culturali e rappresentanti della magistratura – mirava a colpire il cuore stesso della nazione.
Si tentava di creare un clima di paura e sottomissione, volto a indebolire il tessuto sociale e a paralizzare l’azione dello Stato.
Tuttavia, la reazione dello Stato non fu di resa, ma di resilienza.
Nonostante il dolore e la rabbia, le istituzioni mantennero la rotta, rafforzando gli sforzi per contrastare la criminalità organizzata e per garantire la sicurezza dei cittadini.

Questa capacità di non cedere di fronte alla violenza rimane un esempio cruciale per le generazioni future.

Oggi, a distanza di decenni, la memoria di via Palestro e delle altre stragi non può essere relegata al passato.

È un dovere morale custodire la memoria delle vittime, non solo attraverso cerimonie commemorative, ma soprattutto attraverso un impegno costante nella lotta contro ogni forma di illegalità e ingiustizia.
Istituzioni e cittadini, uniti nella responsabilità, devono difendere i valori di legalità, giustizia e convivenza civile, alimentando un sentimento di appartenenza e di fiducia nel futuro, per onorare il sacrificio di coloro che hanno perso la vita nella difesa della democrazia.

La vigilanza, la consapevolezza e la partecipazione attiva sono le armi più efficaci per scongiurare il ritorno di quelle tenebre.

- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -