martedì 29 Luglio 2025
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Sanità Emilia-Romagna: De Pascale dice no al privato, sfida in arrivo.

La discussione sulla governance del sistema sanitario regionale emiliano-romagnolo si riaccende con la chiara presa di posizione del Presidente Michele de Pascale, che ribadisce la sua avversione verso un incremento del peso del settore privato, delineando una visione di sostenibilità che, a suo avviso, si discosta da un modello eccessivamente orientato al mercato.
Le tensioni derivano principalmente da tagli finanziari relativi alla mobilità sanitaria interregionale e ai ristori legati all’emergenza Covid-19, configurandosi come un nodo cruciale nella gestione delle risorse pubbliche.
Il punto centrale della disputa risiede nella richiesta governativa di limitare la mobilità sanitaria, una misura volta a proteggere il sistema sanitario regionale emiliano-romagnolo dall’onere di sostenere prestazioni mediche erogate in altre regioni.

De Pascale respinge l’idea che i fondi destinati ai cittadini emiliano-romagnoli possano essere impiegati per coprire spese sanitarie in Calabria, Puglia o Sicilia, evidenziando una questione di equità e responsabilità finanziaria.
La delibera relativa ai ristori Covid, al centro della controversia, viene definita “unicum”, suggerendo una complessità tecnica e finanziaria che ne rende difficile l’applicazione.
La Regione, secondo il Presidente, si trova di fronte a un’impossibilità tecnica di dare esecuzione a una delibera che riconoscerebbe somme considerate non dovute.

Questa affermazione implica una valutazione attenta e rigorosa delle spese sostenute durante la pandemia, con l’obiettivo di garantire la correttezza e la trasparenza nell’utilizzo dei fondi pubblici.
La posizione della Regione nei confronti della sanità privata non è di per sé negativa, ma si caratterizza per una rigorosa selezione e controllo delle risorse.
La risposta, in questo frangente, è un netto “no”, sottolineando la prevalenza di una gestione pubblica orientata alla sostenibilità a lungo termine.

Questo approccio non esclude la collaborazione con il settore privato, ma ne subordina l’accesso alle risorse a criteri di necessità, efficacia e convenienza economica.

La questione solleva interrogativi più ampi sulla natura del sistema sanitario pubblico in Italia, sul ruolo del settore privato e sulla necessità di definire meccanismi di finanziamento equi e sostenibili.
Il dibattito emiliano-romagnolo rappresenta un caso emblematico delle sfide che il sistema sanitario nazionale deve affrontare per garantire l’accesso alle cure a tutti i cittadini, preservando al contempo la sua stabilità finanziaria e la sua qualità.

La sostenibilità del sistema sanitario regionale non può essere perseguita a scapito dell’equità nell’accesso alle cure, ma richiede una gestione oculata delle risorse e una chiara definizione delle priorità.

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