lunedì 28 Luglio 2025
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Venezia sull’orlo del baratro: un grido d’allarme per la città.

Venezia, città sospesa tra cielo e acqua, si trova sull’orlo di una profonda crisi esistenziale, alimentata da un turismo incontrollato che ne sta erodendo l’anima stessa.
La denuncia, lanciata con veemenza da Setrak Tokatzian, figura emblematica del tessuto commerciale veneziano – gioielliere di antica tradizione e presidente dell’associazione Piazza San Marco – non è una semplice lamentela, ma un grido d’allarme che riflette la disperazione di un’intera comunità.

L’immagine di una Venezia che languisce, dove le botteghe storiche chiudono le porte, sostituite da negozi di souvenir di plastica e ristoranti turistici omologati, è diventata fin troppo familiare.

Questa trasformazione non è un fenomeno recente, ma il risultato di decenni di politiche turistiche discutibili e di una gestione inadeguata del flusso di visitatori.

Il “mass tourism” ha soffocato l’autenticità della città, svuotandola di residenti e impoverendola culturalmente.

La proposta di Tokatzian, l’imposizione di una tassa di 100 euro a testa per i visitatori, sebbene controversa, si pone come un tentativo estremo per stimolare una riflessione più ampia.
Non è tanto la cifra in sé a essere cruciale, quanto il principio che sottende: l’idea che il turismo, se non gestito responsabilmente, possa diventare un elemento distruttivo per la città che lo accoglie.

Si tratta di un atto simbolico per riaffermare il valore inestimabile del patrimonio veneziano, sia materiale che immateriale, e per sensibilizzare i turisti stessi alla necessità di un comportamento rispettoso e consapevole.

La questione va ben oltre la semplice gestione dei flussi turistici.
Richiede un ripensamento radicale del modello di sviluppo del territorio, che metta al centro le esigenze dei residenti e la salvaguardia dell’identità culturale.
Servono politiche di incentivazione per le attività commerciali locali, che promuovano l’artigianato e la produzione tipica, e un controllo più rigoroso degli affitti brevi, che hanno contribuito a spopolare il centro storico.
L’overtourism non è un problema esclusivo di Venezia, ma un fenomeno globale che affligge molte città d’arte e siti di interesse turistico.
Tuttavia, il caso veneziano assume una particolare urgenza, poiché la città lagunare è un ecosistema fragile e vulnerabile, costantemente minacciato dall’acqua alta e dall’innalzamento del livello del mare.

La sua sopravvivenza dipende dalla capacità di trovare un equilibrio sostenibile tra accoglienza turistica e tutela del territorio.

La sfida è complessa e richiede un impegno congiunto da parte delle istituzioni, degli operatori turistici e dei cittadini.

Un turismo responsabile, che valorizzi l’autenticità e il rispetto per la cultura locale, è l’unica via per garantire un futuro a Venezia, città unica al mondo, che rischia di scomparire sotto il peso di un turismo incontrollato.

Il grido di Tokatzian è un campanello d’allarme che non può essere ignorato.

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