L’eco dei nitriti e il tintinnio delle armature risuonano ancora nell’aria di Sulmona, mentre giunge al termine la ventinovesima edizione della Giostra Cavalleresca, un rituale storico che affonda le sue radici nel XV secolo.
Quest’anno, l’evento si è distinto per la magnificenza del corteo, un affresco vivente composto da circa trecento figuranti che hanno ripercorso le tappe di una storia secolare.
A guidare questa processione, la figura regale della Regina Giovanna d’Aragona, interpretata con grazia e intensità da Carlotta Natoli.
L’abito della sovrana, opera dello stilista Alessandro Pischedda, si configura come una vera e propria opera d’arte tessile.
Un trionfo di broccato e velluto di seta, le cui tonalità – dal rosa antico, evocativo di un’epoca passata, a un rosa più caldo, simbolo di passione e vitalità, passando per il candore e il celeste – creano un gioco di luci e ombre che esaltano la figura della Regina.
L’opulenza del costume è ulteriormente amplificata da ricami in oro, perle e trine, elementi che sottolineano l’importanza del ruolo regale e il legame con la tradizione.
Particolarmente significativo è il dettaglio delle maniche, adornate da un rosone con una croce ispirato a una stola papale: un richiamo all’autorità spirituale e al potere temporale che si intrecciano nella storia di Sulmona.
La corona, simbolo di regalità, è accompagnata, per la prima volta, da un velo, un omaggio alla figura mariana, inteso come presagio di pace e annuncio di un giubileo.
La competizione per il Palio, opera d’arte realizzata da Daniela e Diego Facchini, ha visto ieri le prime sette gare, e oggi i sestieri si confronteranno per la conquista di questo prestigioso premio.
Il sestiere Porta Filiamabili ha concluso la prima giornata di prove in posizione di vantaggio, ma la sfida è ancora aperta.
Il cavaliere vincitore sarà insignito di una medaglia d’oro, raffigurante il Sigillo di Re Ladislao, l’onorificenza più alta attribuibile dalla città di Sulmona.
La medaglia, creata e donata all’Associazione Giostra Cavalleresca dal maestro orafo Samy El Nakhal, rappresenta un ponte tra l’abilità artigianale e l’identità culturale della comunità.
L’evento, tuttavia, non è stato esente da dissenso.
Un gruppo di ambientalisti ha espresso la propria preoccupazione per la realizzazione della centrale di compressione Snam, esponendo uno striscione con il messaggio “Fuori la Snam dal nostro territorio”.
Questo atto di protesta testimonia la crescente sensibilità verso le questioni ambientali e il dibattito aperto sulla sostenibilità delle scelte energetiche, che si sovrappone alla celebrazione delle tradizioni secolari e all’orgoglio per il patrimonio culturale di Sulmona.
La Giostra Cavalleresca, dunque, si configura non solo come una festa storica, ma anche come un palcoscenico per riflessioni e confronto sul presente e sul futuro della comunità.