L’inchiesta che vede coinvolto l’autonomista armato, noto come “Unabomber”, è avvolta in un’ulteriore dilazione temporale, con una posticipazione di ulteriori sessanta giorni per la presentazione della perizia di analisi del DNA.
La notizia, ripresa dal quotidiano locale Il Piccolo, evidenzia le crescenti preoccupazioni sollevate dalla difesa, che lamenta un’attesa complessiva di oltre due anni e mezzo per l’esito cruciale di questa indagine.
Il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) del Tribunale di Trieste ha accolto la richiesta di proroga avanzata dai periti, consentendo loro di proseguire nell’esame dei reperti, ora sottoposti a tecniche di analisi più avanzate rispetto a quelle disponibili all’epoca della prima fase delle indagini.
L’obiettivo primario è stabilire se il profilo genetico estratto dai materiali esplosivi disseminati nell’arco temporale 1994-2006 nel Nord-Est italiano possa corrispondere a uno degli undici soggetti attualmente iscritti nel registro degli indagati, in seguito alla riapertura del caso.
Il provvedimento che ha disposto il nuovo rinvio, datato 23 luglio, risponde a una delle numerose richieste di allungamento dei termini presentate dai consulenti tecnici.
Gli avvocati Alessandra Devetag e Leopoldo Da Ros, che assistono alcuni degli indagati, hanno espresso forte disappunto, denunciando i significativi danni morali che l’incertezza processuale sta arrecando ai loro assistiti.
La difesa sottolinea come gli esperti siano stati incaricati solo il 13 marzo 2023, con una scadenza iniziale fissata a novanta giorni, e come le successive proroghe siano state giustificate dalla intrinseca complessità delle analisi e dall’elevato numero di profili genetici da confrontare.
Questa nuova dilazione solleva interrogativi sulla praticabilità dell’udienza fissata per il 15 settembre, rendendola, di fatto, priva di senso, considerando che i nuovi termini per la presentazione della perizia non saranno ancora esauriti.
L’inchiesta, costellata di tecnicismi e implicazioni legali complesse, si protrae in un limbo temporale, alimentando la frustrazione di tutte le parti coinvolte e mettendo a dura prova il diritto alla certezza del giudizio.
L’importanza di questa analisi del DNA risiede nella sua potenziale capacità di fornire una prova scientifica determinante per l’identificazione del responsabile di una serie di attentati che hanno segnato la storia recente del Nord Italia.