L’esecutivo regionale siciliano, sotto la guida del Presidente Renato Schifani, ha lanciato un monito severo e programmatico ai propri assessori, segnalando un problema strutturale che ne mina l’efficienza e penalizza i cittadini: la dilazione cronica nell’emanazione dei decreti attuativi delle leggi approvate.
Questa morosità amministrativa, lungi dall’essere un mero inconveniente, costituisce un ostacolo concreto allo sviluppo socio-economico dell’isola, compromettendo la piena operatività delle normative e ritardando l’implementazione di progetti strategici.
Il Presidente Schifani, con una comunicazione esplicita, ha delineato un piano d’azione volto a rovesciare questa tendenza, impidiendo che l’inerzia burocratica continui a soffocare l’azione governativa.
L’imperativo è il rispetto rigoroso dei tempi stabiliti dalle leggi, con l’auspicio, ove possibile, di un’anticipazione.
Laddove le tempistiche non siano esplicitamente definite, è stato fissato un termine massimo di trenta giorni come parametro guida, volto a garantire una risposta tempestiva ed efficace alle necessità dell’utenza.
La gravità della questione è sottolineata dalla minaccia di “avocazione”, strumento che il Presidente si riserva di utilizzare qualora le disposizioni impartite non trovino adeguata applicazione.
Questa misura, che implica l’assunzione diretta della responsabilità da parte del Presidente stesso, evidenzia la determinazione dell’esecutivo a porre fine a un sistema inefficiente.
Oltre al problema dell’implementazione delle leggi, Schifani ha indirizzato un’ulteriore richiesta ai suoi assessori, invitandoli a un’analisi approfondita della Relazione della Corte dei Conti siciliana.
Il documento, che esamina i sistemi di controllo interni ed esterni per gli anni 2022-2023, ha evidenziato criticità che necessitano di un intervento immediato e risolutivo.
L’obiettivo non è solo quello di correggere le lacune riscontrate, ma di ricostruire un sistema di controlli solido e trasparente, capace di garantire la legalità e l’efficienza nell’utilizzo delle risorse pubbliche e di accrescere la fiducia dei cittadini nelle istituzioni regionali.
L’esame della Relazione della Corte dei Conti si configura, quindi, come un’occasione per avviare un processo di riforma più ampio, volto a rafforzare la governance e a promuovere una cultura della responsabilità all’interno dell’amministrazione regionale.