domenica 17 Agosto 2025
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Trieste

Traffico di uccelli: sgominata rete illegale FVG-Veneto

Un’operazione congiunta dei Carabinieri Forestali del Nucleo CITES di Trieste e del Corpo Forestale Regionale del Friuli Venezia Giulia ha portato alla luce un sofisticato traffico illegale di avifauna migratrice che operava tra Friuli Venezia Giulia e Veneto.

L’indagine, denominata “Verso Nord” in riferimento al percorso migratorio interrotto dalle attività criminali, ha portato all’identificazione di nove indagati e al sequestro di 327 uccelli da richiamo di origine illecita.
Il coordinamento delle indagini è stato diretto dalla sostituto procuratore Elisa Calligaris presso il Tribunale di Udine.

L’attività investigativa, protrattasi per oltre un anno, affonda le sue radici in precedenti accertamenti condotti dai Carabinieri Forestali del Gruppo di Ancona, in collaborazione con la Procura di Urbino.

L’inchiesta ha svelato un’organizzazione complessa e strutturata, dedita alla cattura illegale di specie aviarie migratorie, alla loro contraffazione documentale e alla successiva commercializzazione.
Gli indagati, residenti nelle province di Udine, Vicenza e Rovigo, sono accusati di una pluralità di reati che comprendono il tentato furto aggravato ai danni dello Stato, la falsificazione di sigilli pubblici, l’acquisto non sospetto di fauna selvatica, la detenzione abusiva di specie protette e il commercio illegale di animali.

Le accuse riflettono la natura articolata del sistema criminale, che mirava a eludere i controlli e a massimizzare i profitti derivanti dalla vendita di uccelli vivi, destinati al mercato come richiami.
Il modus operandi dell’organizzazione prevedeva la cattura degli uccelli nel loro habitat naturale, seguita da una manipolazione dei documenti di identificazione, attraverso l’applicazione di anelli contraffatti o inseriti con forza.
Questo processo non solo violava le normative sulla fauna selvatica, ma causava anche lesioni e sofferenze agli animali, compromettendone il benessere e la sopravvivenza.

Il valore di mercato di questi animali, venduti a ignari acquirenti, poteva raggiungere fino a 400 euro per esemplare, generando un giro d’affari significativo.

Durante le perquisizioni eseguite nell’ambito dell’operazione, sono stati rinvenuti numerosi strumenti utilizzati per le attività illecite, tra cui trappole, reti, richiami acustici e attrezzature artigianali impiegate nella manipolazione degli anelli identificativi.

L’indagine ha identificato un allevatore della provincia di Udine come figura centrale dell’organizzazione, presunto gestore di un sistema di cattura e “ripulitura” degli uccelli, supportato da un complice e da una rete di strutture dislocate in diverse località.

L’esistenza di queste strutture suggerisce una pianificazione accurata e una capacità di operare in modo discreto per lungo tempo.

L’operazione “Verso Nord” rappresenta un passo importante nella lotta contro il bracconaggio e nel contrasto al commercio illegale di fauna selvatica, sottolineando l’importanza della collaborazione interforze e del monitoraggio costante dei percorsi migratori per la salvaguardia della biodiversità.

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