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Delfini comuni: avvistamento eccezionale nel Golfo dell’Asinara

Nel cuore del Mediterraneo, nelle acque protette del Golfo dell’Asinara, un evento di straordinaria importanza ha catturato l’attenzione dei ricercatori marini: l’osservazione di un vasto aggregato di delfini comuni ( *Delphinus delphis*).
L’avvistamento, avvenuto nel suggestivo Canyon di Castelsardo, all’interno del Santuario Pelagos – area designata per la tutela dei cetacei – rappresenta una bizzarra anomalia in un contesto di progressiva rarefazione di questa specie iconica.

Il gruppo, stimato in circa settanta individui, includeva un numero significativo di cuccioli, una presenza che accentua la rarità dell’evento.

Il delfino comune, nonostante il nome, è classificato come specie in pericolo di estinzione, e la sua presenza nel Mediterraneo è divenuta sempre più sporadica.

Le cause di questo declino sono molteplici e interconnesse: l’alterazione degli ecosistemi marini dovuta all’inquinamento e all’aumento della temperatura dell’acqua, la pesca eccessiva che depaupera le sue fonti di cibo, e la mortalità accidentale causata dall’intrappolamento in reti e altri attrezzi da pesca, fenomeno noto come “bycatch”.

L’opportunità di osservare un aggregato così consistente, con un’alta percentuale di giovani, ha offerto ai ricercatori di Sea Me Sardinia una finestra privilegiata per raccogliere dati preziosi.
Oltre a documentare con video e fotografie il comportamento e la distribuzione degli animali, sono state registrate emissioni acustiche che permetteranno di analizzare la struttura sociale del gruppo e di monitorarne i movimenti attraverso l’analisi dei “firme” acustiche individuali.

Questi dati contribuiranno in modo significativo alla comprensione dell’ecologia di questa specie elusiva e all’identificazione di aree cruciali per la sua sopravvivenza.

L’avvistamento non si è limitato al delfino comune.
Durante la stessa spedizione, sono state documentate quattro osservazioni di stenella striata (*Stenella coeruleoalba*), un delfino tipico delle acque pelagiche, anch’esso oggetto di crescente attenzione scientifica.

Anche in questo caso, la presenza di coppie di femmine con i loro piccoli suggerisce condizioni ambientali favorevoli alla riproduzione e alla sopravvivenza dei neonati.

L’alta biodiversità dell’area è stata ulteriormente evidenziata dalla presenza di altre specie di megafauna di interesse conservazionistico, tra cui la tartaruga marina Caretta caretta, specie minacciata a causa della pesca accidentale e della distruzione dei siti di nidificazione, e la mobula (*Mobula mobular*), una specie di pesce cartilagineo affascinante e ancora poco conosciuta, vulnerabile alla pesca indiscriminata.
La coesistenza di queste specie in un’area relativamente ristretta sottolinea l’importanza di proteggere e gestire in modo sostenibile questo prezioso ecosistema.
Le attività di monitoraggio sono parte integrante del progetto “I Cetacei del Canyon di Castelsardo”, un’iniziativa promossa dai Comuni di Castelsardo e Sorso, che sottolinea l’impegno locale nella conservazione del patrimonio naturale.
Il supporto tecnico-scientifico di Sea Me Sardinia, un’organizzazione dedicata alla ricerca e alla protezione dei cetacei nel Mediterraneo, è fondamentale per garantire la validità scientifica dei dati raccolti e per tradurli in azioni concrete a favore della conservazione delle specie marine.
La comprensione profonda di questi ecosistemi, attraverso un approccio multidisciplinare che integra osservazioni sul campo, analisi genetiche e modellizzazione ecologica, è essenziale per garantire un futuro sostenibile per i cetacei e per l’intera biodiversità del Mar Mediterraneo.

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