sabato 2 Agosto 2025
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Palermo

Necropoli a Gela: una finestra sulla prima Grecià siciliana

La scoperta di una necropoli in via Di Bartolo, a Gela, durante i lavori di Open Fiber, offre una finestra inestimabile sulla genesi e l’evoluzione dei primi insediamenti greci in Sicilia.

Le sepolture rinvenute, caratterizzate dalla pratica dell’*enkytrismos* – la deposizione del corpo in posizione rannicchiata all’interno di un’anfora, in questo caso una grossa idria contenente i resti di un bambino – testimoniano usanze funerarie proprie delle prime comunità greche.
La presenza di una coppa proto-corinzia, eccezionalmente conservata e ritualmente deposta insieme ad altri reperti, colloca la necropoli cronologicamente agli inizi del VII secolo a.
C.
, un periodo cruciale per la colonizzazione della Sicilia occidentale.
L’insieme dei corredi funebri, che includono anche i resti di una *olpe*, una brocca tipica dell’epoca, suggerisce un complesso rituale che prevedeva offerte di cibo, come la macellazione e la cottura di animali di grandi dimensioni, elementi integranti della sfera religiosa e sociale del tempo.

La soprintendente ai Beni Culturali di Caltanissetta, Daniela Vullo, sottolinea l’importanza strategica del sito, interpretandolo come un importante tassello per comprendere i primi nuclei abitativi di Gela, una *apoikia* fondata presumibilmente nella prima metà del VII secolo a.

C.

L’archeologo Gianluca Calà, curatore della ricerca commissionata da Open Fiber, evidenzia come questa necropoli offra uno spaccato vivido della città greca in una fase di sviluppo cruciale, successiva alla sua fondazione.
La scoperta, pur avvenuta in circostanze legate a lavori infrastrutturali, è il risultato di una politica di sorveglianza archeologica preventiva, consolidata da un accordo di collaborazione tra la Soprintendenza e Open Fiber, che ha anche garantito un contributo finanziario per la futura musealizzazione del sito.
La peculiare sensibilità del territorio gelese, già testimoniata da precedenti scavi condotti da Paolo Orsi, impone un approccio meticoloso in ogni intervento sul sottosuolo.
La progressiva urbanizzazione del centro abitato di Gela rende infatti le indagini archeologiche particolarmente complesse.

Il sindaco Terenziano Di Stefano esprime la soddisfazione della comunità, descrivendo una città in festa, e richiama l’attenzione sull’Orto Pasqualello, un altro sito archeologico di notevole importanza, dove sono in corso ulteriori lavori di ricerca.

Il ritrovamento rafforza l’immagine di Gela come un crogiolo di storia e cultura, un patrimonio archeologico in continua scoperta e valorizzazione, confermando la direzione verso una più profonda comprensione delle sue radici e del suo ruolo nell’antichità.
La necropoli di via Di Bartolo non è quindi un mero reperto occasionale, ma un elemento chiave per ricostruire il mosaico della storia gelese e del suo legame con il mondo greco.

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