giovedì 31 Luglio 2025
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Crematori in Marche: Presidio e Richiesta di Moratoria

La crescente pressione civica si è concretizzata in un acceso presidio dinanzi a Palazzo Leopardi, sede del Consiglio regionale delle Marche, un gesto di monito rivolto all’Assemblea legislativa.
L’oggetto della contestazione è l’avvio di nuove infrastrutture crematorie nella regione, un tema che accende da tempo un acceso dibattito tra amministrazioni locali e comunità.
Il comitato “Aria nostra”, rappresentante delle preoccupazioni dei residenti del quartiere Tavernelle di Ancona, ha mobilitato i cittadini per chiedere l’inserimento di una clausola di sospensione temporanea nella legge di assestamento di bilancio, un freno all’avanzamento di progetti considerati potenzialmente dannosi.
Il cartello “Crematorio? No grazie,” con la ‘i’ stilizzata a forma di camino, sintetizza l’urgenza percepita dai manifestanti, un grido che esprime la profonda inquietudine per le possibili ripercussioni sulla qualità dell’aria e sulla salute pubblica.

La vicenda affonda le sue radici in una battaglia pregressa, testimoniata dalla raccolta di oltre quattromila firme, un chiaro segnale di dissenso nei confronti del progetto comunale di realizzazione di un impianto crematorio ad Ancona.

Nonostante il forte segnale di opposizione popolare, l’amministrazione comunale ha mantenuto la propria linea, proseguendo nell’iter procedurale.
L’azione del comitato “Aria nostra” mira a ottenere una moratoria, un periodo di sospensione, che imponga la necessità di un piano di coordinamento regionale prima che i Comuni possano procedere autonomamente con la realizzazione di tali infrastrutture.

Simone Spina, portavoce del comitato, ha sottolineato come l’approvazione di tale emendamento obbligherebbe i Comuni a una pausa riflessiva, in attesa di un quadro normativo chiaro e condiviso, che definisca standard rigorosi in materia di emissioni, criteri costruttivi e impatto ambientale.
L’esempio pugliese, dove un emendamento simile è stato recentemente recepito, offre un precedente incoraggiante e rafforza la richiesta del comitato.

La questione non è semplicemente legata alla costruzione di un impianto crematorio, ma solleva interrogativi più ampi sulla pianificazione territoriale, la partecipazione democratica e la responsabilità delle istituzioni nei confronti della tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini.

La vicenda evidenzia, inoltre, una crescente sensibilità verso le questioni ambientali e la necessità di bilanciare lo sviluppo economico con la salvaguardia del patrimonio naturale e della qualità della vita.
Il presidio rappresenta, dunque, un atto di civica responsabilità e una richiesta di maggiore trasparenza e accountability da parte delle istituzioni regionali.

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