domenica 3 Agosto 2025
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TAR Napoli: Annullata l’ordinanza sulle zone rosse, un campanello d’allarme.

Il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) della Campania ha emesso un pronunciamento di notevole impatto sulla gestione della sicurezza urbana a Napoli, annullando l’ordinanza prefettizia che estendeva il divieto di stazionamento nelle aree precedentemente designate come “zone rosse”.
La decisione, frutto di un ricorso presentato da un team legale, solleva interrogativi significativi sull’equilibrio tra poteri di polizia, garanzie costituzionali e la tutela della libertà di movimento.

L’ordinanza originaria, estensione di una misura preesistente, si fondava su una direttiva ministeriale del Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, e mirava a contrastare fenomeni di criminalità diffusa e spaccio di sostanze stupefacenti che, secondo le autorità, si concentravano in specifiche aree della città.
L’imposizione di tali restrizioni, pur con l’obiettivo dichiarato di ripristinare la legalità e la sicurezza, aveva generato contestazioni da parte di residenti, commercianti e associazioni civiche, i quali lamentavano un’ingiustificata limitazione della loro libertà di movimento e un impatto negativo sull’economia locale.

Il ricorso presentato al TAR ha messo in luce profili di illegittimità dell’ordinanza prefettizia, sollevando questioni cruciali in tema di proporzionalità e ragionevolezza.
Il TAR ha valutato attentamente il bilanciamento tra l’interesse pubblico alla sicurezza e i diritti fondamentali dei cittadini, rilevando che la misura, nella sua forma prorogata, appariva eccessivamente ampia e indiscriminata, non sufficientemente ancorata a dati concreti e aggiornati che ne giustificassero la perdurante necessità.
In altre parole, il Tribunale ha evidenziato una carenza di adeguate motivazioni che supportassero il mantenimento di tali restrizioni per un periodo prolungato.
La sentenza del TAR non rappresenta solo un successo per i ricorrenti, ma anche un monito per le autorità di pubblica sicurezza, sottolineando l’importanza di adottare misure restrittive dei diritti fondamentali solo in presenza di una stretta necessità, supportata da prove concrete e in linea con i principi costituzionali.
L’episodio riapre il dibattito su come affrontare la criminalità urbana, invitando a sperimentare approcci alternativi, più mirati e basati sulla prevenzione, sul coinvolgimento della comunità e sul rafforzamento del tessuto sociale, piuttosto che sulla mera repressione attraverso limitazioni della libertà individuale.

La questione sollevata dal TAR pone, in definitiva, la necessità di ripensare la gestione della sicurezza urbana, in un’ottica di rispetto dei diritti costituzionali e di promozione di una legalità più efficace e duratura.

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