lunedì 4 Agosto 2025
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Seceda: Il Tornello Apre un Dibattito sul Turismo e il Paesaggio Alpino

La vicenda del tornello riattivato sul Seceda, nel cuore della Val Gardena, solleva una questione ben più ampia del singolo atto di una proprietà privata.
L’installazione, che impone un pedaggio agli escursionisti, evidenzia un conflitto tra diritti di proprietà, tutela del paesaggio alpino e la crescente pressione esercitata dal turismo di massa.
Il presidente della Provincia, Arno Kompatscher, ha giustamente sottolineato la necessità di un intervento da parte del Comune, evidenziando la potenziale violazione delle normative paesaggistiche che disciplinano rigorosamente le aree protette come il Seceda.

Il principio di fondo è inequivocabile: la modifica del territorio, anche attraverso l’introduzione di infrastrutture apparentemente minori, non può avvenire in assenza di autorizzazioni specifiche.

La questione si inserisce in un contesto più ampio, quello dell’overtourism, un fenomeno che sta mettendo a dura prova l’equilibrio ecologico, sociale ed economico di destinazioni turistiche in tutto il mondo, e in particolare nelle regioni alpine come l’Alto Adige.

Non si tratta più di un fenomeno passeggero o marginale, ma di una realtà strutturale che richiede risposte complesse e coordinate.

L’amministrazione provinciale è consapevole della gravità della situazione e sta portando avanti una serie di interlocuzioni con i Comuni, gli operatori turistici e le altre parti interessate.

La discussione non è nuova, ma è giunto il momento di tradurre le idee in azioni concrete.

La strategia non può prevedere soluzioni miracolose o provvedimenti isolati.

È necessario un approccio multidisciplinare che combini strumenti di gestione dei flussi, come sistemi di prenotazione anticipata e limiti al numero di accessi, con un’informatizzazione avanzata, attraverso app e piattaforme digitali che forniscano informazioni in tempo reale ai visitatori.
Parallelamente, è fondamentale investire in infrastrutture in grado di supportare questi sistemi e di migliorare l’esperienza del turista, senza compromettere la sostenibilità del territorio.
Il cosiddetto “turismo mordi e fuggi”, caratterizzato da un afflusso rapido e concentrato di visitatori, ha superato i limiti di tolleranza, mettendo a rischio la conservazione del patrimonio naturale e culturale e la qualità della vita dei residenti.

La priorità è trovare un modello di turismo più consapevole e responsabile, che valorizzi le peculiarità locali, promuova un’accoglienza di qualità e preservi l’autenticità del territorio.
Questo implica una riflessione profonda sul ruolo del turismo e sulla necessità di un patto di responsabilità tra visitatori, operatori turistici e istituzioni, volto a garantire un futuro sostenibile per l’Alto Adige e per le sue inestimabili risorse.

La vicenda del Seceda, dunque, non è un episodio isolato, ma un campanello d’allarme che ci invita a ripensare il nostro approccio al turismo e a proteggere il fragile equilibrio tra sviluppo economico, tutela ambientale e benessere della comunità.

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