mercoledì 13 Agosto 2025
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Italia, allarme idrogeologico: rischio frane +15%

Il quadro idrogeologico italiano, delineato dal Rapporto Ispra 2024, dipinge un territorio fragile e vulnerabile, segnato da una crescente esposizione a eventi naturali estremi.

Si tratta di un’emergenza nazionale che, rispetto al 2021, ha visto un incremento del 15% nella superficie complessiva a rischio frane, un dato allarmante che conferma la posizione dell’Italia come uno dei paesi europei più esposti a tali pericoli.
L’analisi rivela che quasi il 95% dei comuni italiani si trova in aree a rischio frane, alluvioni, erosione costiera o valanghe.

A trainare questo aumento significativo sono province come quella Autonoma di Bolzano, Toscana, Sardegna, Sicilia, che registrano incrementi notevoli nella superficie a rischio smottamento, riflettendo la combinazione di fattori geologici, morfologici e, non ultimo, l’impatto dei cambiamenti climatici.

Il numero di persone che vivono in queste zone vulnerabili è tutt’altro che trascurabile: si tratta di circa 5,7 milioni di cittadini, con un impatto economico e sociale profondo.

Circa 582.000 famiglie, 742.000 edifici residenziali, un tessuto imprenditoriale composto da quasi 75.000 unità locali e un patrimonio culturale inestimabile, rappresentato da oltre 14.000 beni, risultano esposti alle conseguenze potenzialmente devastanti di questi eventi.

Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, il rapporto offre anche un’apparente inversione di tendenza lungo le coste italiane.
Mentre l’erosione rimane una preoccupazione significativa, si registra un aumento dei tratti costieri in avanzamento per un totale di circa 30 chilometri.

Tuttavia, questo dato non deve indurre a compiacenza: tra il 2006 e il 2020, quasi il 23% dell’intera costa italiana, corrispondente al 56% delle spiagge, ha subito trasformazioni profonde, con alterazioni che superano i 5 metri.

Un cambiamento che sottende una complessa interazione tra correnti marine, sedimentazione e antropizzazione costiera.
L’Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia (IFFI) censisce oltre 636.000 frane, di cui circa il 28% con dinamiche potenzialmente rapide e distruttive.
La superficie a rischio smottamento è salita a 69.500 chilometri quadrati, rappresentando il 23% del territorio nazionale.
Questi dati richiedono un’azione urgente e coordinata a livello nazionale e locale, che integri la prevenzione, la mitigazione del rischio e l’adattamento ai cambiamenti climatici.

È imperativo investire in sistemi di monitoraggio avanzati, rafforzare la pianificazione territoriale, promuovere la resilienza delle comunità e riqualificare il paesaggio, restituendo al territorio la sua capacità di resistere agli eventi naturali estremi e proteggere la vita e il patrimonio italiano.

La fragilità idrogeologica non è un destino ineluttabile, ma una sfida che richiede un impegno collettivo e una visione di lungo termine.

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