Il Mar Tirreno, e in particolare l’arcipelago Eoliano, si rivela un crocevia cruciale per il capodoglio (Physeter macrocephalus), un mammifero marino iconico e tra i più enigmatici del nostro pianeta.
Un’indagine scientifica approfondita, orchestrata dall’associazione Filicudi Wildlife Conservation attraverso il progetto “Capo d’Eolo”, ha permesso di documentare una popolazione significativa e diversificata di questi cetacei, grazie all’applicazione rigorosa della tecnica di foto-identificazione.
Questo approccio, che si basa sull’analisi delle peculiarità morfologiche della coda, come cicatrici e forma, consente di riconoscere gli individui nel tempo e ricostruire i modelli di movimento e comportamento.
Il censimento ha identificato con certezza ottanta esemplari, ma il numero totale di capodogli che frequentano l’area potrebbe essere molto più elevato, suggerendo una presenza più consistente di quanto precedentemente stimato.
L’analisi delle foto-identificazioni ha rivelato la presenza di aggregazioni complesse: gruppi composti prevalentemente da maschi adulti, nuclei di giovani maschi in fase di apprendimento e unità sociali formate da femmine mature e i loro piccoli, indicando una struttura sociale ricca e dinamica.
Sono stati inoltre osservati cluster riproduttivi, suggerendo che l’area possa rappresentare un sito di riproduzione importante per la specie.
L’aumento progressivo della presenza di capodogli nelle acque eoliane negli ultimi dieci anni è un dato particolarmente significativo.
Questo incremento potrebbe essere correlato a variazioni ambientali, come l’abbondanza di prede, o a cambiamenti nelle rotte migratorie degli animali, in risposta a pressioni antropiche in altre aree del Mar Mediterraneo.
“Le nostre ricerche, che integrano le tecniche di foto-identificazione con l’analisi bioacustica, hanno contribuito a colmare una lacuna informativa cruciale sulla presenza, l’ecologia e i modelli comportamentali del capodoglio nel Tirreno meridionale,” afferma Monica Blasi, biologa marina e fondatrice dell’associazione.
L’approccio bioacustico, che studia i vocalizzi complessi prodotti dai capodogli, fornisce ulteriori informazioni sulla loro comunicazione, struttura sociale e distribuzione spaziale.
Comprendere questi aspetti è fondamentale per sviluppare strategie di conservazione efficaci, mirate a proteggere questo gigante degli oceani e il suo habitat.
La presenza di capodogli nelle Eolie è un indicatore di salute dell’ecosistema marino e sottolinea l’importanza di un approccio di gestione integrato, che tenga conto delle pressioni ambientali, come l’inquinamento acustico e la pesca eccessiva, e promuova la coesistenza sostenibile tra uomo e cetaceo.