L’inchiesta “Equalize” si articola in un complesso labirinto di accuse che investe figure di spicco del panorama mediatico e sportivo italiano, rivelando un presunto sistema di acquisizione illecita di informazioni sensibili.
Al centro della vicenda, un accesso non autorizzato alla banca dati Sdi delle forze dell’ordine, datato gennaio 2023, con l’obiettivo di carpire dettagli privati riguardanti il cantautore Alex Britti.
Questo episodio si configura come uno dei tanti fili che intrecciano il quadro indagine, comprendente oltre duecento capi di imputazione distribuiti tra la Dda di Milano e la Dna.
Figura chiave in questa narrazione è Fulvio Pravadelli, ex dirigente Publitalia e Veneranda Fabbrica del Duomo, indiziato di aver orchestrato l’accesso alla banca dati, assumendo il ruolo di presunto committente dello spionaggio.
L’ipotesi è che Pravadelli avesse necessità di acquisire informazioni potenzialmente dannose nei confronti del cantautore, in un contesto personale delicato segnato da una separazione familiare.
Le testimonianze raccolte hanno evidenziato un profondo turbamento in Britti, che ha descritto un’esperienza di pedinamento e sorveglianza che ha generato in lui significativo disagio.
L’esecuzione materiale dell’accesso non autorizzato alla banca dati sarebbe stata affidata a un ispettore di polizia, in servizio presso gli uffici dell’aeroporto di Orio al Serio.
Questo dettaglio solleva interrogativi sulla catena di responsabilità e sulla vulnerabilità dei sistemi di sicurezza informatica all’interno degli enti pubblici.
Parallelamente, l’inchiesta si ramifica in una serie di indagini correlate, tra cui quella che coinvolge Giacomo Tortu, fratello del velocista Filippo Tortu (non indagato).
A Giacomo Tortu sono contestati reati di concorso in intercettazioni abusive, in un presunto spionaggio diretto contro Marcell Jacobs, plurimedagliato olimpico.
Jacobs stesso è stato sentito come testimone e parte lesa.
L’ampiezza dell’indagine emerge dalla numerosità degli indagati e degli obiettivi di presunti dossieraggi, molti dei quali non figurano nella recente chiusura delle indagini.
Il quadro complessivo suggerisce un’operazione strutturata e ramificata, con un elevato numero di persone coinvolte e un ampio spettro di interessi sottesi.
Le dinamiche interne e le motivazioni alla base di queste azioni restano oggetto di approfondimento da parte degli inquirenti, mentre l’attenzione si concentra sulla tutela della privacy e sulla garanzia del rispetto delle procedure legali nell’acquisizione di informazioni sensibili.
La vicenda solleva interrogativi cruciali sulla gestione dei dati personali e la necessità di rafforzare i controlli interni per prevenire abusi e violazioni della legge.