martedì 9 Settembre 2025
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Pescara, notte di violenza: aggressione a minorenne e ritorsioni.

La notte del 6 luglio a Pescara si è consumata una dinamica violenta, un’escalation di aggressioni che ha coinvolto una giovane minorenne e due intervenuti a sua difesa, gettando luce su problematiche di sicurezza urbana e sulla complessità delle relazioni sociali.

L’evento, iniziato con un’aggressione individuale e proseguito con un’azione di ritorsione coordinata, ha portato i Carabinieri a denunciare quattro individui, tutti privi di residenza fissa, accusati formalmente di rissa in concorso.
Il preludio della vicenda si è verificato intorno alle 2:30 in via Cavour, nei pressi della chiesa Beata Vergine Maria.
Un gruppo di giovani, intenti a rientrare a casa, è stato testimone di un uomo che aggrediva fisicamente una ragazza minorenne.
L’istinto di protezione ha spinto uno dei presenti ad intervenire, cercando di proteggerla.

Tuttavia, il tentativo si è trasformato in un confronto fisico, con l’intervenuto che è stato colpito al volto e afferrato al collo.
La sua reazione, un colpo di schiaffo rivolto all’aggressore, ha innescato una spirale di violenza inaspettata.

La giovane, terrorizzata, è riuscita a fuggire.

L’escalation non si è arrestata.
Mentre i due testimoni cercavano di tornare a casa, sono stati inseguiti e brutalmente aggrediti.
L’attacco è stato caratterizzato da una ferocia inaudita: calci, pugni e l’uso di oggetti contundenti come bottiglie di vetro hanno reso la situazione estremamente pericolosa.
Uno dei due feriti ha riportato lesioni gravi, tra cui un trauma cranico, fratture multiple alle ossa nasali e contusioni diffuse, che hanno richiesto un ricovero ospedaliero con prognosi di trenta giorni.
L’altro ha subito lesioni meno gravi, ma comunque sufficienti a richiedere cure mediche per dieci giorni.

La presenza di spray urticante utilizzato contro uno dei due, colpito agli occhi, suggerisce una premeditazione e una volontà di infliggere il massimo danno.

Le indagini, condotte con scrupolo e avvalendosi di testimonianze e immagini dei sistemi di videosorveglianza presenti nel quartiere, hanno permesso di identificare i responsabili.
Un elemento significativo emerso è il coinvolgimento del compagno della minore aggredita, un soggetto ospitato in una comunità locale, sollevando interrogativi sulle dinamiche relazionali e sui possibili fattori scatenanti di tale violenza.

L’evento non può essere isolato, ma va letto come un sintomo di una più ampia problematica sociale, che richiede un’analisi approfondita delle cause che portano alla commissione di tali atti e a una risposta che coinvolga istituzioni, servizi sociali e comunità locale, al fine di prevenire il ripetersi di simili episodi e di garantire la sicurezza e il benessere di tutti i cittadini, con particolare attenzione alla tutela delle fasce più vulnerabili.

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