sabato 2 Agosto 2025
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Gaza: FADOI Campania lancia appello urgente per la fine della catastrofe.

La catastrofe umanitaria che affligge la Striscia di Gaza impone alla comunità medico-scientifica un atto di responsabilità che va oltre il silenzio.
FADOI Campania, Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti, con profonda preoccupazione, denuncia la gravità della situazione e si fa portavoce di un appello urgente alla coscienza globale.
Non si tratta di osservare passivamente un conflitto, ma di assistere al disfacimento di un’intera popolazione, spinta ai margini della sopravvivenza e privata dei diritti fondamentali.
La crisi in Gaza non è semplicemente una questione sanitaria; è un complesso intreccio di fattori politici, economici e sociali che hanno portato a un collasso sistematico dei servizi essenziali e a un’emergenza umanitaria di proporzioni inimmaginabili.
La fame, usata come arma di guerra, si aggiunge alla distruzione delle infrastrutture, alla perdita di vite umane e alla profonda disumanizzazione di un intero popolo.

Ada Maffettone, presidente di FADOI Campania, sottolinea con forza l’imperativo etico che incombe sui medici e sugli operatori sanitari: “Siamo professionisti della cura, ma prima di tutto siamo esseri umani.
Di fronte a questa sofferenza indicibile, la neutralità non è un’opzione.
” La perdita di vite innocenti, soprattutto bambini e donne, è una ferita aperta nella coscienza collettiva e richiede un impegno concreto per alleviare le loro sofferenze.

I dati forniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) dipingono un quadro desolante: un picco senza precedenti di decessi legati alla malnutrizione, con numeri drammatici tra i bambini al di sotto dei cinque anni.
Lo scenario di carestia, confermato dall’Integrated Food Security Phase Classification (IPC), rivela un’emergenza che minaccia la sopravvivenza di intere famiglie.

Medici Senza Frontiere denuncia l’inadeguatezza dei centri nutrizionali, spesso in grado di fornire un solo pasto giornaliero a base di riso bianco per malati e operatori sanitari.
La persistenza di una situazione umanitaria insostenibile, aggravata da bombardamenti sistematici che colpiscono ospedali e ambulanze, mina la dignità e la vita stessa.
Le strutture sanitarie, già gravate da una cronica mancanza di risorse, sono costantemente sotto attacco, impedendo l’accesso ai trattamenti e mettendo a rischio la sicurezza del personale medico.
Le conseguenze di questa crisi si ripercuotono profondamente sulla salute e sul futuro della popolazione di Gaza.
La speranza di vita è crollata drasticamente, e i bambini muoiono di fame prima di poter conoscere il mondo.

I medici, costretti a scelte impossibili, sono testimoni di una tragedia che li segna profondamente.

FADOI Campania lancia un appello urgente e inequivocabile, articolato in quattro punti fondamentali:* Cessate il fuoco immediato: L’interruzione delle ostilità è la condizione imprescindibile per permettere l’accesso agli aiuti umanitari e avviare un processo di ricostruzione.

* Ripristino dei servizi essenziali: È necessario garantire l’accesso all’acqua potabile, al cibo, all’assistenza sanitaria e alle infrastrutture di base.

* Riconoscimento del genocidio: La comunità internazionale deve formalmente riconoscere la gravità della situazione e le responsabilità che ne derivano.

* Protezione del personale medico: I medici e gli operatori sanitari devono essere protetti e garantiti i mezzi per poter svolgere il loro lavoro in sicurezza.
La medicina interna, per sua natura, considera il paziente nella sua totalità, nel contesto delle sue condizioni sociali ed economiche.
Oggi, il paziente di FADOI Campania è un intero popolo, privato del diritto alla cura, al cibo e alla dignità.
Il silenzio, in questo contesto, non è una scelta neutrale, ma una forma di complicità.

È giunto il momento di alzare la voce, di agire con responsabilità e di pretendere che la comunità internazionale intervenga per porre fine a questa inaccettabile tragedia umanitaria.

La speranza, anche nelle circostanze più disperate, è l’ultima a morire.

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