La salvaguardia del sistema scolastico sloveno in Friuli Venezia Giulia rappresenta un imperativo non solo di giustizia interna, ma anche un riflesso dell’impegno dell’Italia nei confronti degli standard internazionali di tutela delle minoranze linguistiche.
La recente iniziativa della Senatrice Tatjana Rojc, affiancata da un ampio consenso trasversale tra i senatori dell’opposizione, solleva un problema strutturale e preoccupante: l’insufficienza di figure dirigenziali qualificate a garantire il corretto funzionamento e l’evoluzione delle istituzioni scolastiche slovene.
L’interrogazione presentata al Ministro Valditara non è una semplice segnalazione di una carenza amministrativa, bensì un appello a una piena e rigorosa applicazione della normativa vigente.
Il decreto-legge n.
127 del 2023, pur definendo un limite massimo di quattordici posizioni dirigenziali in deroga ai contingenti stabiliti, appare in contraddizione con le indicazioni contenute nell’allegata tabella di aggiornamento degli organici, che ne prevede undici.
Questa discrepanza, apparentemente tecnica, rischia di compromettere seriamente la capacità delle scuole di rispondere efficacemente alle esigenze specifiche degli studenti e di promuovere l’eccellenza didattica e culturale.
Il nodo centrale della questione è il riconoscimento del diritto inalienabile della minoranza slovena a ricevere un’istruzione di qualità, erogata da personale competente e adeguatamente formato.
Questo diritto non è solo un principio costituzionale, ma anche un obbligo internazionale, come testimoniato dalla costante attenzione che le problematiche relative alle minoranze linguistiche in Italia attirano a livello globale.
Un elemento di fondamentale importanza è il parallelo, spesso trascurato, con la situazione della minoranza italiana in Slovenia, che beneficia di strutture e risorse dedicate all’istruzione bilingue.
L’imminente partecipazione del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella all’inaugurazione del Collegio dei Nobili a Capodistria, ora sede del Ginnasio Gian Rinaldo Carli, simboleggia l’importanza strategica del rapporto tra Italia e Slovenia e l’impegno condiviso per la valorizzazione delle identità culturali e linguistiche.
Questo evento, tuttavia, deve essere interpretato come un’occasione per riflettere sulle necessità concrete delle comunità linguistiche minoritarie, a partire dalla garanzia di un corpo docente e dirigenziale sufficiente e competente.
L’azione della Senatrice Rojc, e il sostegno che ha ricevuto, rappresentano un monito per l’amministrazione e un segnale di speranza per la salvaguardia del patrimonio culturale e linguistico sloveno in Italia, un patrimonio essenziale per la ricchezza e la pluralità della nazione.
Si tratta di un investimento nel futuro, che va al di là delle semplici questioni burocratiche, toccando il cuore dell’identità nazionale.