sabato 2 Agosto 2025
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Cagliari

Assistenza domiciliare a rischio: Cagliari al collasso tra sindacato e ASL

La persistente impasse tra il sindacato NurSind e l’ASL 8 di Cagliari, nonostante due tentativi di mediazione presso la Prefettura, solleva una preoccupazione profonda e urgente per la continuità assistenziale di una popolazione vulnerabile.

La controversia, radicata nella mancata o parziale retribuzione del personale infermieristico specializzato impiegato nell’assistenza domiciliare, rischia di compromettere un servizio essenziale che, per decenni, ha rappresentato un pilastro del sistema sanitario territoriale.
Si tratta di un’assistenza complessa e altamente specializzata, dedicata a pazienti con disabilità gravissime, patologie degenerative invalidanti e necessità di supporto ventilatorio meccanico, nutrizione enterale (tramite sonda PEG) e gestione di tracheostomie.
L’interruzione di questo servizio non è semplicemente una questione economica, ma una questione di dignità umana e di sicurezza per persone che, altrimenti, sarebbero costrette al ricovero ospedaliero, con conseguente impatto significativo sulla loro qualità di vita e sulle famiglie che li assistono.
La mancata risposta dell’azienda sanitaria, evidenziata dal dirigente sindacale Fabio Ledda, non si limita alla mera assenza di liquidazione delle spettanze dovute al personale.

Essa riflette una profonda carenza di pianificazione strategica e di riconoscimento del valore cruciale dell’assistenza domiciliare specializzata.

L’assenza di garanzie assicurative e autorizzazioni aziendali per gli operatori mette a rischio non solo il loro benessere professionale, ma anche la sicurezza dei pazienti, esponendoli a potenziali responsabilità legali e a procedure mediche inadeguate.
Le ripercussioni di un eventuale stop del servizio non si limitano all’impatto diretto sui 130 nuclei familiari attualmente assistiti, che si vedrebbero privati di un supporto sanitario e psicologico imprescindibile.

Si creerebbe un collasso a catena che graverebbe sulle strutture ospedaliere, già sottoposte a notevole pressione, che si troverebbero improvvisamente a dover accogliere pazienti che, fino a quel momento, erano stati gestiti a domicilio.
Questo aumenterebbe il rischio di complicanze, di infezioni nosocomiali e di un peggioramento complessivo delle condizioni di salute dei pazienti, a fronte di costi sanitari inevitabilmente più elevati.

Il NurSind, con lo stato di agitazione in corso, non sta semplicemente rivendicando un adempimento contrattuale, ma denunciando una crisi sistemica che mette a repentaglio la sostenibilità del sistema sanitario territoriale.

La richiesta è un appello urgente all’azienda sanitaria affinché assuma una responsabilità profonda, riconoscendo il valore strategico dell’assistenza domiciliare specializzata, garantendo la tutela dei diritti dei lavoratori e, soprattutto, assicurando la continuità delle cure per i pazienti più vulnerabili, preservando la loro dignità e il loro diritto a vivere una vita il più possibile autonoma e serena nel proprio ambiente familiare.

È necessario un cambio di paradigma, che veda l’assistenza domiciliare non come un costo da ridurre, ma come un investimento nella salute e nel benessere della comunità.

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