sabato 2 Agosto 2025
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Febbre del Nilo Occidentale: Monitoraggio e Screening a Oristano

La situazione epidemiologica relativa alla Febbre del Nilo Occidentale nella provincia di Oristano rimane sotto attenta osservazione, pur mostrando una relativa stabilità clinica.

Un paziente di 72 anni, precedentemente ricoverato all’ospedale San Martino per febbre e successivamente confermato positivo al virus, presenta condizioni stabili, sebbene richieda un monitoraggio costante.

L’evento ha innescato un’immediata risposta da parte del Dipartimento di Igiene e Prevenzione Sanitaria, che ha attivato il protocollo di gestione del caso, comprendente un’indagine epidemiologica dettagliata e misure di controllo mirate al territorio di residenza del paziente, estendendosi a un raggio di 200 metri dall’abitazione per consentire un’azione disinfestativa intensiva.
Parallelamente, il centro trasfusionale dell’ospedale San Martino, in linea con le direttive nazionali che regolano le aree in cui la West Nile è circostante, continua a implementare rigorosi controlli qualitativi sul sangue donato.
L’applicazione del test NAT (Nucleic Acid Testing) rappresenta un elemento cruciale in questo processo, finalizzato all’esclusione del virus dalle sacche di sangue destinate alle trasfusioni.
Durante una routine di screening, è stata rilevata la positività di un donatore di 65 anni, anch’egli residente in provincia di Oristano, il quale non presentava alcun sintomo.
La sacca di sangue è stata immediatamente ritirata dal circuito trasfusionale e sono stati avviati i protocolli di sorveglianza sanitaria previsti per tali evenienze, volta a tracciare potenziali contatti e a prevenire ulteriori diffusioni.
“Al momento, non rileviamo nuovi casi di infezione sintomatica,” ha precisato la direttrice sanitaria della ASL di Oristano, Maddalena Satta, sottolineando l’efficacia del sistema di screening.
La positività riscontrata nel donatore asintomatico non costituisce motivo di allarme, bensì conferma l’efficacia del sistema di sicurezza volto a proteggere i pazienti e a garantire la salubrità delle trasfusioni.

L’episodio evidenzia, inoltre, l’importanza della sorveglianza attiva della popolazione donatrice, non solo per la salute individuale, ma anche per la sicurezza collettiva.

La Febbre del Nilo Occidentale, trasmessa principalmente attraverso la puntura di zanzare infette, pone una sfida costante alla sanità pubblica.

La prevenzione rimane la strategia più efficace: si raccomanda vivamente l’adozione di misure personalizzate per ridurre l’esposizione alle punture di zanzara, come l’utilizzo di repellenti, l’abbigliamento protettivo durante le ore di maggiore attività delle zanzare e l’eliminazione dei ristagni d’acqua che favoriscono la riproduzione delle larve.
È fondamentale, tuttavia, evitare reazioni di panico e mantenere un approccio basato su informazioni corrette e aggiornate, collaborando attivamente con le autorità sanitarie per affrontare in modo responsabile la presenza del virus nel territorio.
La sensibilizzazione della comunità e l’educazione alla prevenzione rappresentano elementi cruciali per una gestione efficace della situazione epidemiologica e per la tutela della salute pubblica.

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