L’aeroporto Giuseppe Verdi di Parma, cruciale nodo infrastrutturale per l’Emilia-Romagna e il suo tessuto economico, si trova sull’orlo di una crisi potenzialmente irreversibile, minacciata dalla prospettiva di una chiusura.
La situazione, esacerbata dal fallimento di un’operazione di aumento di capitale da otto milioni di euro, solleva interrogativi profondi sulla sostenibilità di un’infrastruttura vitale per il territorio.
L’impossibilità di raccogliere i fondi necessari entro il 25 luglio, data decisiva per la continuità operativa della società di gestione Sogeap, rappresenta il punto culminante di una complessa vicenda finanziaria e gestionale.
Al centro della questione, si erge la decisione inaspettata e inequivocabile di Centerline Italia, il socio di maggioranza che detiene l’80% delle quote di Sogeap dal giugno 2024, di non sottoscrivere la propria parte nell’aumento di capitale.
Questa scelta, apparentemente unilaterale, ha innescato un effetto domino con ripercussioni immediate.
Parma Aeroporto, il socio di minoranza con una partecipazione del 20%, aveva precedentemente espresso la propria disponibilità a investire, subordinando la propria decisione alla conferma dell’impegno da parte del socio di maggioranza.
La condizione, volta a garantire un’equa distribuzione del rischio e a salvaguardare gli interessi reciproci, è rimasta insoddisfatta.
L’assemblea dei soci aveva precedentemente approvato un aumento di capitale scindibile, fissando una finestra temporale ben definita per la sottoscrizione (25 luglio) e il versamento dei fondi (5 agosto).
In assenza di riscontri concreti da parte di Centerline, Parma Aeroporto aveva sottoscritto una quota minima, riservandosi la possibilità di rivalutare la situazione in relazione al capitale rimasto scoperto.
La comunicazione definitiva del rifiuto di partecipazione da parte del presidente di Centerline, giunta in serata il 25 luglio, ha cristallizzato la situazione.
Le conseguenze di questa mancata sottoscrizione sono dirompenti.
Secondo quanto comunicato da Parma Aeroporto, la continuità aziendale è seriamente compromessa, mettendo a rischio non solo l’operatività dell’aeroporto, ma anche i posti di lavoro, i servizi offerti alla comunità e l’attrattività del territorio.
La chiusura dell’aeroporto Verdi, con un impatto negativo a catena, inciderebbe profondamente sull’economia locale e regionale, minando la capacità di sviluppo e la competitività del sistema Emilia-Romagna.
Nonostante la gravità del momento, Parma Aeroporto ribadisce la propria ferma volontà di collaborare attivamente con tutte le istituzioni competenti – enti locali, regionali, nazionali e attori economici – per esplorare ogni possibile iniziativa volta a scongiurare la chiusura dell’aeroporto e a garantirne la sopravvivenza a lungo termine.
Si apre quindi una fase cruciale, che richiederà un impegno congiunto e soluzioni innovative per preservare un asset strategico per il futuro del territorio.
L’episodio solleva inoltre interrogativi più ampi sulla governance delle infrastrutture e sulla necessità di modelli di finanziamento più resilienti, in grado di resistere a shock esterni e garantire la sostenibilità nel tempo.