sabato 2 Agosto 2025
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Cagliari

Sardegna, lavoratori in mobilità bloccati: arretrati e rabbia.

Una profonda incertezza e crescente disagio economico gravano su circa 350 lavoratori in mobilità in deroga, concentrati nelle aree di crisi industriale di Porto Torres e Portovesme, in Sardegna.

A partire dal primo gennaio, questi lavoratori, già colpiti da precedenti ondate di crisi occupazionale, si trovano di fronte a un blocco dei pagamenti dovuti, con un ammontare medio di arretrati per ciascuno di circa 450 euro mensili.

La denuncia, sollevata con forza dai sindacati Fiom, Fsm Uilm, evidenzia un cortocircuito burocratico che impedisce l’erogazione degli aiuti previsti.

Sebbene la Regione Sardegna abbia provveduto a emettere i mandati di pagamento e l’INPS abbia ricevuto le relative pratiche, un’incompatibilità tra i sistemi informatici coinvolti ha generato una situazione di stallo, privando i lavoratori di un sostegno vitale.

L’inerzia istituzionale, già emersa nelle settimane precedenti attraverso canali di dialogo, ha portato i sindacati a preannunciare l’avvio di azioni di lotta a partire dal 4 agosto.
La responsabilità, sottolineano le organizzazioni sindacali, non ricade né sui lavoratori, né sugli stessi sindacati, ma su un sistema inefficiente che, con una drammatica assenza di coordinamento, li relega in una condizione di profonda precarietà.
Questo scenario, che si verifica nel 2025, è descritto come una vergogna, un fallimento del welfare moderno, superando ogni limite di tollerabilità in termini di ritardi amministrativi.

Non si tratta di un semplice disguido temporaneo, ma di un’emergenza sociale che impone un intervento immediato e risolutivo.

L’attesa, ormai, è inconcepibile, e il tempo delle promesse è esaurito.
La dignità dei lavoratori e la stabilità delle comunità coinvolte esigono un’azione rapida e concreta per sbloccare questa situazione e garantire il diritto al sostegno economico che gli è dovuto.

La vicenda mette in luce la fragilità dei meccanismi di protezione sociale in contesti di crisi industriale e la necessità di una revisione urgente dei processi amministrativi per evitare che situazioni simili si ripetano, alimentando disuguaglianze e frustrazioni.

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